martedì 26 dicembre 2017
Come promesso dall'ambasciatrice Nikki Haley è scattata la rappresaglia in seguito alla dura sconfitta diplomatica
L'ambasciatrice degli Stati Uniti all'Onu, Nikki Haley (Ansa)

L'ambasciatrice degli Stati Uniti all'Onu, Nikki Haley (Ansa)

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Gli Stati Uniti, duramente sconfitti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla questione di Gerusalemme capitale d'Israele, stanno mettendo in atto le minacce rese esplicite prima del voto. La missione di Washington al Palazzo di vetro fa sapere di aver negoziato un taglio di 285 milioni di dollari al bilancio Onu per il periodo 2018-19. L'annuncio della missione Usa al Palazzo di Vetro non specifica quale sia ora l'ammontare del budget o quale effetto questo taglio avrà sul contributo statunitense alle Nazioni Unite.

L'ambasciatore di Washington all'Onu, Nikki Haley, ha detto che "l'inefficienza e la spesa eccessiva" dell'organizzazione sono "note", e che lei non lascerà "che si approfitti della generosità del popolo americano". La diplomatica si è detta soddisfatta del risultato del negoziato, ma ha spiegato che continuerà "a cercare modi per aumentare l'efficienza dell'Onu, e al tempo stesso proteggere i nostri interessi".

L'ambasciatrice aveva anche minacciato non meglio precisate ritorsioni contro i Paese che avessero votato contro gli Stati Uniti: "prenderemo nota di chi voterà contro". In realtà poi solo 8 stati, Israele compreso, hanno votato a favore. Tra questo nessuno dei Paesi alleati storici di Washington e anche impegnati in Afghanistan e Iraq nella coalizione internazionale, Italia e Paesi della Ue compresi.

Tra i 9 a favore della posizione Usa, invece, il Guatemala che ha annunciato che trasferirà la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, diventando così il primo Paese a seguire gli Usa dopo l'annuncio del presidente, Donald Trump, che ha riconosciuto la città come capitale di Israele. Lo ha annunciato il presidente, Jimmy Morales, che su Facebook spiega di aver preso la decisione dopo un colloquio con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu. Il Guatemala è fortemente dipendente dagli aiuti economici statunitensi.

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