L'esercito iracheno e quello americano hanno aperto un'inchiesta sui raid contro il Daesh nel settore occidentale di Mosul, in Iraq, il 17 marzo scorso, nei quali rimasero uccise tra 100 e 200 persone, in gran parte civili. I media statunitensi attribuiscono senza alcun dubbio la carneficina ai raid aerei Usa, e la coalizione internazionale che sabato ha riconosciuto di aver realizzato raid aerei tra il 17 ed il 23 marzo, precisa che il bombardamento è avvenuto su richiesta delle forze irachene contro postazioni dell'Isis.
Il capo delle forze americane nel Medio Oriente, il generale Joe Votel, ha definito "una tragedia terribile", la morte di numerosi civili, pur senza assumersi formalmente la responsabilità di questi bombardamenti. "Indaghiamo su questo incidente per determinare esattamente cosa sia accaduto e continueremo a prendere misure eccezionali per evitare di colpire i civili", ha detto il generale Votel in un comunicato.
Oggi la Russia ha chiesto un "briefing speciale al Consiglio di sicurezza dell'Onu" sulla situazione a Mosul: lo ha dichiarato il capo della diplomazia russa, Serghiei Lavrov. "Non credo - ha detto Lavrov - che il Consiglio di sicurezza riesca ad esprimersi con voce unitaria su quello che è successo, ma nonostante ciò faremo le nostre domande e faremo sentire le nostre richieste".
Intanto sono 101 i cadaveri estratti dall'edificio di Mosul ovest che si suppone sia stato centrato da un raid della coalizione a guida Usa, secondo il colonnello Safaa Saadi, responsabile della difesa civile, citato dal Washington Post. Altri cadaveri, è stato precisato, sono stati recuperati direttamente dai familiari delle vittime.