La Kalush Orchestra all'Eurosong - Ansa
Il sogno di poter portare l’anno prossimo Eurovision Song Contest in Ucraina è sfumato: la kermesse musicale più popolare del mondo, vinta il 14 maggio scorso a Torino dal gruppo ucraino Kalush Orchestra, nel 2023 si terrà in Inghilterra. «In seguito alla richiesta della European Broadcasting Union e delle autorità ucraine – ha comunicato formalmente la ministra Dorries da Londra – sono lieta di annunciare che la “Bbc” ha concordato di subentrare per ospitare il festival dell’anno prossimo».
«Mi duole solo – ha subito aggiunto – che sia dovuto alla prosecuzione del bagno di sangue perpetrato dalla Russia e al fatto che questo renda impossibile all’Ucraina ospitare l’evento, come sarebbe stato dovuto». «In quanto Paese ospitante, noi comunque – ha concluso – onoreremo lo spirito e le diversità che animano la competizione e, più importante di tutto, faremo risaltare la recente vittoria dell’Ucraina a Eurovision 2022 e la creatività degli ucraini».
La difesa della musica e dell’identità ucraina, infatti, erano stati più volte ribaditi dai componenti del gruppo folk rock che con la loro “Stefania”, un autentico inno alla madre patria nella figura delle tante mamme sofferenti ucraine, avevano sbancato al televoto.
«L’anno prossimo ci aspettiamo che Eurovision si svolga in una Ucraina nuova e integrata – aveva dichiarato Oleh Psjuk, leader della band, nella conferenza stampa dopo la premiazione –. Ancora grazie a tutti in tutte le nazioni che ci hanno votato, per noi questo supporto è molto importante. Ogni vittoria è importante in Ucraina in questi giorni, la cultura ucraina è stata attaccata e noi siamo qui che la nostra cultura e la nostra musica sono vive».
Ma sin da subito la Gran Bretagna si era fatta avanti proponendosi come alternativa, forte del secondo posto a Eurovision del cantante inglese Sam Ryder. Il Regno Unito è stato teatro della kermesse televisiva europea della canzone per l’ultima volta nel 1998 a Birmingham. Il governo Tory si era già offerto diverse settimane fa di subentrare «amichevolmente» all’Ucraina in caso di necessità, se Kiev lo avesse chiesto.
Una disponibilità che inizialmente Boris Johnson aveva peraltro lasciato in sospeso, insistendo nei suoi ripetuti colloqui col presidente Volodymyr Zelensky sul pieno diritto dell’Ucraina a ricevere questo riconoscimento e ad avere tutto il tempo necessario per decidere se ritenersi in grado di farvi fronte malgrado la situazione bellica o meno.
Qualche settimana fa era stata la stessa Kalush Orchestra a unirsi al coro di critiche su un eventuale spostamento della kermesse. «Vogliamo ospitare l’Eurovision – aveva insistito il rapper, Oleh Psjuk –. Non siamo d’accordo con questa decisione e chiediamo all’Ebu di darci tempo, dimostreremo che si può fare». Intanto la band sarà in concerto a Monopoli nell’unica data italiana del tour il 16 agosto nell’ambito dei festeggiamenti della Madonna della Madia.