Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan continua la sua campagna di islamizzazione (Ansa)
"In questo Paese di Mustafa Kemal Ataturk non rimarranno nemmeno i cocci delle statue". Ha scatenato una vera e propria bufera la frase di Kadir Mısıroğlu, che si presenta come uno "storico ottomano" e che nel mese di agosto era balzato agli onori delle cronache proprio per aver attaccato uno dei simulacri del Padre della Turchia laica e moderna. In questi giorni è tornato sulle prime pagine dei giornali di opposizione con questa dichiarazione che la dice lunga sulla piega che sta prendendo il Paese. A fare tremare quel che resta dell’opposizione è soprattutto la perdita dell’identità laica delle istituzioni, dove ormai la religione ha assunto non una valenza spirituale, ma un vero e proprio connotato politico.
L'addio a Charles Darwin
A metà settembre il nuovo anno è partito con i programmi scolastici rivisitati. Meno spazio ad Ataturk, dentro la Sharia e fuori la teoria evoluzionista di Charles Darwin perché contraria ai principi dell’islam. Le nuove generazioni non saranno indottrinate solo dal punto di vista teorico, ma anche da quello pratico. I programmi prevedono anche la presenza di "educatori ai valori", sottinteso quelli islamici, che avranno il compito di tenere occupati i giovani con attività in linea con quelle di un musulmano devoto. A metà settembre, in migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere il ritorno a un’educazione "laica e basata su fondamenti scientifici".
La religione fa breccia in corsia
Ma l’azione islamizzatrice del presidente Recep Tayyip Erdogan sembra non volersi fermare all’istruzione e sta coinvolgendo anche la sanità pubblica. Stando a quanto riporta il quotidiano di opposizione “Sozcu”, negli ospedali pubblici, verranno organizzati corsi di Corano per medici e tutto il personale sanitario. Dal ministero della Sanità hanno fatto sapere che i corsi non saranno obbligatori e che sono stati richiesti dal personale stesso, ma secondo l’opposizione in molte persone saranno costretti a frequentarli, pena il venire additati come persone avverse al governo e automaticamente rischiare il loro posto di lavoro.