Il presidente Donald ha esteso ieri le esenzioni che permettono ai datori di lavoro di non offrire copertura assicurativa per la contraccezione (Ansa)
Il presidente americano, Donald Trump, ha esteso ieri le esenzioni che permettono ai datori di lavoro di non offrire copertura assicurativa per la contraccezione. L’amministrazione repubblicana, con ordine esecutivo in vigore immediatamente, smantella di fatto il cosiddetto «mandato contraccettivo» che, come parte della riforma sanitaria Obamacare, aveva creato un lungo contenzioso legale tra l’allora presidente democratico e vari gruppi religiosi. Ciò significa che le esenzioni richieste dalle aziende e finora limitate sulla base delle convinzioni religiose, sono ampliate anche a questioni morali, permettendo a molte organizzazioni quali ad esempio istituzioni universitarie di negare a impiegati e studenti la copertura assicurativa per farmaci contrac- cettivi e abortivi. Nonostante rimangano aperti alcuni dei 50 casi intentati contro il governo sulla base del mandato, già nel 2014, la Corte Suprema aveva definito «illegale», la sua imposizione, in nome della libertà religiosa, ad aziende private, indebolendo, di fatto, la clausola voluta da Barack Obama.
Il percorso imposto dai tribunali
Più di recente – ma prima dell’insediamento di Trump – la Corte aveva proposto al governo Obama un compromesso con gli enti d’ispirazione religiosa che limitava fortemente l’applicazione del mandato contraccettivo. La Corte costituzionale americana aveva proposto agli enti di fornire ai loro impiegati un pacchetto sanitario che non comprenda alcun medicinale o procedura che violi i loro principi morali, chiedendo al ministero alla Sanità di aggiungere se necessario servizi contraccettivi e abortivi interamente a spese del governo. Ampliando le esenzioni il capo della Casa Bianca vuole dunque portare a termine il percorso già imposto dai tribunali, ma anche rispettare le promesse fatte ai conservatori lo scorso maggio quando ribadì con un ordine esecutivo l’importanza della libertà religiosa. Un atto che la Conferenza episcopale americana ha definito come un «ritorno al buonsenso».
In questo ambito si inserisce anche la direttiva emessa ieri dal ministro alla Giustizia, Jeff Sessions, con cui il governo intenderebbe «chiarire» la protezione offerta dal governo in base a tale libertà. «Non è solo il diritto al proprio credo religioso», ha spiegato il ministro, sottolineando che a parte eccezioni, «nessuno dovrebbe dover scegliere tra vivere secondo la propria fede o osservare la legge». Una mossa che potrebbe tradursi nel via libera alle imprese e ai commercianti a rifiutare servizi ai gay in nome dell’obiezione di coscienza.
Il legame «forte» con l'Itralia
Nella serata di ieri il presidente è tornato poi sullo spinoso tema dei simboli. Donald Trump ha esaltato il legame con
l'Italia, un "alleato forte e un partner di valore nel promuovere la pace e la prosperità nel mondo", nel messaggio con con cui ha invitato gli americani a celebrare Cristoforo Colombo. Come è tradizione dal 1934, il presidente Usa ha proclamato il Columbus Day dedicato all'esploratore genovese per il secondo lunedì di ottobre che quest'anno cade il 9, senza fare però alcun riferimento alle recenti polemiche che hanno portato ad atti vandalici contro le statue di Colombo con lo stesso sindaco italo-americano di New York, Bill De Blasio, che ha definito un suo monumento "discriminatorio".