Un seggio nella capitale Lomé: ieri si sono completate le operazioni di voto per il rinnovo della presidenza - Reuters
Con l'obiettivo di conquistare un quarto mandato, Faure Gnassingbe, presidente uscente del Togo, resta ancora una volta il favorito delle elezioni presidenziali che si sono tenute oggi. Secondo gli esperti, gli altri sei candidati non hanno alcuna speranza di vincere. "Purtroppo nel nostro Paese l'alternanza democratica fatica a decollare - afferma ad Avvenire Nicoué Gayibor, storico togolese -. Lo stesso presidente è vittima di un sistema messo in piedi durante i 38 anni di regime di suo padre, Gnassingbe Eyadema".
Tra i maggiori oppositori ci sono Jean-Pierre Fabre, leader del partito Alleanza nazionale per il cambiamento (Anc), e Agbeyome Kodjo, ex presidente del parlamento e capo del Movimento patriotico per la democrazia e lo sviluppo (Mpdd). Faure, 54 anni e candidato del partito Unir, è salito al potere dopo la morte del padre nel 2005 grazie all'intervento dell'esercito. Negli ultimi 15 anni il Paese ha visto dei progressi in diversi settori, soprattutto in quello delle infrastrutture. Dopo 53 anni della "dinastia Eyadema", gran parte della popolazione vuole comunque un cambiamento alla testa del Paese.
"Volgiamo essere come altri Stati d'Africa in cui vige la democrazia - protesta Espoire Katchine, militante del partito Anc -.Fabre deve vincere questa volta". Nel 2017 il Togo è stato teatro di numerose dimostrazioni di piazza settimanali (autorizzate dalle autorità) per le strade della capitale, Lomé, e di altre città in tutto il territorio. Da allora, però, il numero di manifestanti dell'opposizione si è ridotto radicalmente.