Un edificio crollato a Kahramanmaras, vicino all'epicentro, nel sud-est della Turchia - Reuters
Sono salite a oltre 3mila le vittime del terremoto di magnitudo 7.7 della scala Richter che, alle 4.17 del mattino (le 2.17 ora italiana), ha colpito il sud-est della Turchia e il nord della Siria. I feriti sono quasi 10mila: almeno 7.600 in Turchia, dove sono crollati 2.824 edifici, e oltre 1.280 in Siria. L'epicentro è a Gaziantep, a 50 chilometri dal confine siriano. Le scosse sono state avvertite anche in Libano e in Israele. La Farnesina rende noto che non risultano italiani coinvolti. Non si parla di dispersi, ma alcune stime collocano il bilancio finale del sisma in 10mila vittime.
Attorno alle 13.40 è stata registrata una nuova scossa indipendente, e non di assestamento, di magnitudo 6 con epicentro sempre nella provincia di Kahramanmaras ma cento chilometri più a nord, a una profondità di 10 chilometri.
In Turchia migliaia di vittime, crollata la cattedrale di Iskenderun
In Turchia risultano oltre 2 morti nelle province di Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras. Oltre alle abitazioni, è quasi completamente crollata la chiesa dell'Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo. Ridotto a un cumulo di macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel III secolo.
La chiesa di Iskenderun distrutta - Da Facebook
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che si tratta del sisma più forte dal 1939 e ha proclamato sette giorni di lutto nazionale.
Il direttore dell'Osservatorio Kandilli e istituto di ricerca sui terremoti, Haluk Özener, ha detto alla Bbc: "Stiamo affrontando il più grande terremoto che abbiamo visto in 24 anni in questa regione. Finora si sono verificate 100 scosse di assestamento. Circa 53 erano oltre il 4° grado della scala Richter. Sette superiori al 5° grado. Possiamo aspettarci che le scosse proseguano nei prossimi giorni".
Per Marlène Brax, direttrice del Centro libanese di geofisica, parte del Consiglio nazionale delle ricerche scientifico (Cnrs) di Beirut, sarebbe addirittura il sisma più violento degli ultimi otto secoli. Interpellata dal quotidiano libanese L'Orient-Le Jour, ha detto che un terremoto di magnitudo superiore si verificò nella regione nel 1202, quando le scosse interessarono tutta la faglia di Levante che corre dai monti Tauro in Turchia fino alla Palestina.
Tutta l'area è considerata a pericolosità sismica molto elevata. L'Ingv ha registrato, dopo il terremoto, altre 8 scosse di magnitudo superiore a 4.5 nell'area.
Quasi mille morti nella Siria martoriata. Crolli ad Aleppo
Sono oltre mille le vittime in Siria, tra le zone controllate dal governo e quelle controllate dai ribelli dell'opposizione: colpite anche le città di Aleppo, già martoriata dalla guerra, Hama, Latakia e Tartus. Ad Aleppo sono decine i palazzi crollati: la tv di Stato riferisce che vi sarebbero "un migliaio" di persone intrappolate sotto le macerie. La Ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi o Difesa civile siriana) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.
Secondo l'organizzazione umanitaria indipendente Still I Rise, "questa ennesima tragedia si somma alla già devastante situazione vissuta quotidianamente nel nord-ovest della Siria, dove da quasi 12 anni si consuma una delle crisi umanitarie più gravi del nostro secolo. Qui vive una popolazione di 4,6 milioni di persone, di cui 2,9 milioni sono gli sfollati interni, poco meno di due terzi dei quali vivono nei campi, stando a dati dell'ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari. Bombardamenti, rappresaglie e conflitti armati non si sono mai interrotti e nel dicembre 2022 sono stati accertati oltre 500 casi di colera nel nord-ovest della Siria, a seguito di un'epidemia dichiarata pochi mesi prima. Tutto questo nella totale indifferenza della comunità internazionale".
A causa dell'assenza di infrastrutture e del bombardamento degli ospedali avvenuto nel corso degli anni, il supporto socio-sanitario è quasi inesistente. "È troppo presto per avere una stima finale di morti e feriti ma purtroppo, a causa della tragica situazione in cui versa già quest'area, temiamo numeri molto alti. La situazione dei siriani non fa più notizia, ma qui semplicemente sopravvivere è una sfida giornaliera".
Si scava con le mani tra le macerie alla ricerca di sopravvissuti a Jandaris, città siriana controllata dai ribelli - Reuters
Offerte di assistenza da Stati Uniti, Russia e Cina
Il Dipartimento della Protezione civile aveva inizialmente diramato un allerta, poi revocato, per un possibile maremoto. Piccoli tsunami sono stati registrati al largo della costa cipriota di Famagosta, ma non sono stati riportati danni.
Gli Stati Uniti hanno dato la disponibilità ad inviare "qualsiasi tipo di assistenza" e si stanno coordinando con il governo della Turchia mentre dall'Azerbaigian è già stata inviata in Turchia una squadra di 370 persone per aiutare nei soccorsi.
Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un telegramma a Erdogan e al presidente siriano Bashar Assad: "Condividiamo la tristezza e il dolore di coloro che hanno perso i loro parenti e amici, speriamo in una pronta guarigione di tutte le vittime e siamo pronti a fornire l'assistenza necessaria". Anche il presidente cinese Xi Jinping ha inviato messaggi di condoglianze a Erdogan e ad Assad, sottolineando che sotto la loro leadership le popolazione supereranno il disastro.
Un soccorritore con un bimbo in braccio nella cittadina siriana di Azaz controllata dai ribelli - Reuters /fermo immagine da video