Ansa
Le tensioni fra Cina e Stati Uniti, impennatesi dopo la recente visita a Taipei della speaker della Camera americana Nancy Pelosi, continuano a riverberare nel Pacifico. Le Isole Salomone questa settimana hanno informato formalmente gli Usa che non consentiranno più l'attracco alla marina americana. L'arcipelago del Pacifico ha avuto rapporti tesi con gli Usa da quando ha siglato un patto per la sicurezza con la Cina, lo scorso aprile.
Ieri inoltre la decisione dell'Amministrazione Biden di chiedere al Congresso il via libera per la vendita di armi a Taiwan del valore di 1,1 miliardi di dollari ha sollevato le rimostranze di Pechino. Il pacchetto comprende 60 missili antinave e 100 missili aria-aria oltre all'estensione del contratto per la sorveglianza radar. Il portavoce della ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, ha subito intimato agli Usa di smettere di vendere armi a Taiwan poiché qualsiasi contatto militare con l'isola viola il principio di una sola Cina. "Gli Stati Uniti devono interrompere immediatamente la vendita di armi a Taiwan e i contatti militari con Taiwan - ha detto Liu -. Devono smettere di creare fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan, e dovrebbero dar seguito alla dichiarazione del governo Usa di non sostenere l'indipendenza di Taiwan". Intanto la China Airlines, la compagnia di bandiera di Taiwan, ha sottoscritto una commessa per 16 Boeing 787 per sostituire la vecchia flotta di Airbus A330. Il contratto è maturato dopo che a Taipei si sono recate in visita ad agosto quattro delegazioni Usa con la prima che ha visto protagonista la speaker della Camera Pelosi.