È stato un altro “lunedì del terrore” in Ucraina. E anche nella capitale Kiev. Alle 7 di stamani, le 6 in Italia, in tutto il Paese è scattato l’allarme rosso per una pioggia di missili russi arrivati dal mar Caspio e dalla regione a sud del fiume Don. A Kiev e nella sua regione sono state dieci le esplosioni avvertite. Come lunedì 10 ottobre, quando per la distruzione del ponte in Crimea il Cremlino aveva compiuto una rappresaglia missilistica sull’intera nazione, anche lunedì 31 ottobre Putin ha voluto una nuova ritorsione contro gran parte dell’Ucraina dopo l’attacco alle navi russe nel porto di Sebastopoli avvenuta nei giorni scorsi. Almeno cinquanta razzi russi, accompagnati anche dai droni kamikaze, sono stati lanciati su dieci delle ventiquattro regioni dell’Ucraina. Con un obiettivo principale: distruggere le infrastrutture energetiche, a cominciare dalle stazioni elettriche, per mettere in ginocchio la popolazione alle porte dell’inverno.
Nella capitale è saltata parte della rete elettrica. L’80% delle abitazione è rimasto senza acqua e 350mila case senza luce «a causa dei danni subiti da un impianto di distribuzione dell’elettricità vicino a Kiev», ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale, Vitali Klitschko. In serata almeno il sistema idrico comunale è tornato a funzionare, seppur non a pieno regime.
Il premier Denys Shmyhal ha parlato di «diciotto siti danneggiati in tutta l’Ucraina, la maggior parte dei quali legati all’energia» e di «centinaia di insediamenti senza elettricità». Come Kharkiv , seconda metropoli del Paese, bersagliata in contemporanea con la capitale. Gli ordini sono partiti da Belgorod, prima città russa che si incontra appena al di là del vicino confine. Interrotte le comunicazioni. Nel mirino anche Cherkasy, Kirovohrad, Poltava e Zaporizhzhia dove sono state segnalate esplosioni in periferia intorno a «punti strategici», ha spiegato il sindaco ad interim Anatolii Kurtiev. E l’effetto è stato sempre lo stesso: niente corrente e intere zone paralizzate.
«Invece di combattere sul campo di battaglia, la Russia si scaglia sui civili. Ma non chiamate questi attacchi una “risposta”. La Russia li pianifica perché intende soltanto uccidere gli ucraini», ha commentato il ministro degli Esteri, Dmitro Kuleba. A fine giornata è stata Mosca a rivendicare gli attacchi. «Le forze armate della Federazione Russa – ha dichiarato il ministero della Difesa – hanno continuato a colpire con armi aeree e marittime di alta precisione a lungo raggio i sistemi energetici dell’Ucraina. E tutti gli obiettivi sono stati colpiti». Versione contestata dal primo ministro ucraino che ha riferito di «44 missili intercettati» dalla contraerea che ha evitato «conseguenze molto peggiori». Però un missile abbattuto è finito sul territorio della Moldavia, vicino alla frontiera con l’Ucraina, ha fatto sapere il ministero dell’Interno moldavo.
Intanto dodici navi per l'esportazione di grano sono salpate dall'Ucraina, nonostante la Russia si sia ritirata dall’accordo sul grano mediato dalla Turchia e dall'Onu. Vola il prezzo del grano sui mercati internazionali. E il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, replica che senza la partecipazione della Russia un accordo per esportare il grano dai porti ucraini è «difficilmente fattibile». E pone l’accento sulla «impossibilità di garantire la sicurezza della navigazione»