venerdì 9 aprile 2021
In una lettera, Francesco ha espresso il proprio dolore per gli omicidi e i massacri che si ripetono nelle regioni del Pacifico. L'ultima strage mercoledì: già 26 da gennaio
La Chiesa del Cauca ha chiesto ai cittadini di esporre un drappo bianco nel giorno di Pasqua in segno di rifiuto della violenza

La Chiesa del Cauca ha chiesto ai cittadini di esporre un drappo bianco nel giorno di Pasqua in segno di rifiuto della violenza - Conferenza episcopale colombiana

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La violenza che dilania le regioni pacifiche della Colombia - in particolare Cauca, Valle del Cauca, Nariño e Chocó - addolora papa Francesco. In una lettera, inviata alla Conferenza episcopale a firma del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, il Pontefice ha ribadito la propria ferma condanna verso gli omicidi e i massacri che si susseguono senza sosta. Consapevole del «dell'impegno di vescovi, sacerdoti e laici nella ricerca incessante di vincoli di pace», Bergoglio ha espresso «vicinanza» alle «persone che si trovano in mezzo a tante sofferenze». L'ultimo massacro - il terzo in cinque giorni - è avvenuto mercoledì a Santander de Quilichao, in Cauca, dove quattro contadini sono stati uccisi da un commando armato. Secondo la lista aggiornata quotidianamente dall'Ong Indepaz, da gennaio sono state già perpetrate 26 stragi nella Colombia rurale. Responsabili sono i gruppi criminali che hanno occupato lasciato dalle Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia (Farc) dopo la smobilitazione del 24 novembre 2016. Nell'inerzia del governo, varie formazioni si contendono le coltivazioni di coca e l'estrazione clandestina dell'oro. I più attivi sono i nuovi paramilitari - eredi delle vecchie milizie d'ultradestra -, che contano ancora di agganci e complicità all'interno delle forze dell'ordine. A questi si sommano gli ex guerriglieri dissidenti che, dismesso ogni brandello di ideologia, spesso, si alleano con i rivali d'un tempo. A farne le spese sono i leader sociali, unico riferimento per le comunità: dalla firma della pace, sono già 1.156 gli attivisti massacrati. La violenza, inoltre, si è intensificata con la pandemia e l'isolamento delle zone più remote.

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