lunedì 15 gennaio 2024
La Turchia arresta e rilascia un calciatore israeliano per aver ricordato in campo il 7 ottobre, Tel Aviv definisce Erdogan «nazista». Superstite solo la giovane Noa
I tre ostaggi che appaiono nel video

I tre ostaggi che appaiono nel video - Ansa

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Cresce la tensione in Israele, al 101esimo giorno di guerra, dopo la diffusione, domenica sera, da parte di Hamas di due video di tre dei circa 130 ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. Nel primo si vedono i tre, nel secondo i terroristi si interrogano su chi di loro sia ancora vivo e chi morto. Purtroppo la speranza è durata poco: nella serata di lunedì un altro video conferma che i due uomini, di cui si vedono i corpi, sono morti, L'unica sopravvissuta dei tre è quindi la giovane Noa Argamani, che nel terzo video dice che i due uomini sono stati uccisi "dai raid del nostro stesso esercito", cioè quello israeliano.

Ed è scontro diplomatico con la Turchia in seguito all'arresto di un calciatore israeliano (poi rilasciato) che Ankara accusa di incitazione all'odio per aver ricordato le vittime israeliane. Nervosismo alle stelle anche da parte degli Stati Uniti nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, sostanzialmente sordo alle richieste americane di cercare una via d'uscita dal conflitto aperto da Hamas con l'attacco del 7 ottobre - che fece circa 1.200 vittime tra civili e militari e in cui furono rapite 240 persone - e che minaccia di incendiare l'intero Medio Oriente, dal Libano allo Yemen.

Oggi una nave è stata colpita a una fiancata da un missile al largo dello Yemen controllato dagli Houthi. La notte scorsa 6 combattenti Houthi e altri due "esperti" di Hezbollah sono stati uccisi in un attacco vicino alla città portuale di Hodeida, sul Mar Rosso, dove c'è una base per il lancio di missili. Washington ha negato la responsabilità del raid, che avrebbe avuto come obiettivo il sito militare di al-Lahiya.

A Raanana, nel centro di Israele, sono stati arrestati due palestinesi residenti a Hebron in Cisgiordania. Sarebbe responsabili di un attentato costato la vita a una donna di 70 anni e che ha causato 17 feriti di cui due in gravi condizioni. I due palestinesi avrebbero prima accoltellato alcuni passanti e poi, con un'auto rubata al momento, ne avrebbero investiti decine.

Subito dopo l'attentato è scattato un blitz dell'esercito a Dura, a sud di Hebron: due palestinesi, una donna e un 22enne, sono stati uccisi e altri 9 feriti. Israele ha spostato le forze speciali dell'unità Duvdevan da Gaza alla Cisgiordania, dove la situazione è «sull'orlo di esplodere», secondo funzionari della sicurezza. Nella notte tra domenica e lunedì le truppe avevano demolito due abitazioni di presunti attivisti di Hamas. Arrestati 25 studenti nel campus dell'università di Nablus.

Ankara espelle e processa calciatore israeliano. Tel Aviv: «Erdogan nazista»

«La Turchia è diventata una buia dittatura che lavora contro i valori umani e sportivi» ha accusato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz subito dopo il rilascio da parte di Ankara del calciatore Sagiv Yehezhel dell'Antalyaspo che oggi rientrerà in patria in attesa del processo. «Chi arresta un calciatore per essersi identificato con i 136 ostaggi rapiti dai terroristi di Hamas da 100 giorni, rappresenta - ha aggiunto Katz - una cultura di omicidio e odio. Faccio appello alla comunità internazionale e alle organizzazioni sportive di agire immediatamente contro la Turchia e l'uso politico della violenza e delle minacce contro gli atleti. Oggi è Sagiv, domani sarà un altro atleta».

«Erdogan è un vero e proprio nazista» è arrivato a dire il ministro della Sicurezza, e controverso leader di destra radicale, Itamar Ben Gvir che ha chiamato al boicottaggio della Turchia. E il ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha scritto su X che Ankara agisce «di fatto come braccio esecutivo di Hamas».

In campo Jehezkel aveva mostrato un messaggio che diceva «100 giorni. 07/10» su una fasciatura al polso sinistro, dopo aver segnato un gol per la sua squadra, Antalyaspor, contro il Trabsonspor. Il suo club lo aveva per questo licenziato e il ministro della Giustizia aveva annunciato un'indagine per sospetto «incitamento all'odio».

Il calciatore israeliano Jehezkel, che gioca in Turchia, dopo aver segnato un gol aveva mostrato su una fasciatura al polso la scritta «100 giorni. 07'10». Licenziato ed espulso, verrà processato

Il calciatore israeliano Jehezkel, che gioca in Turchia, dopo aver segnato un gol aveva mostrato su una fasciatura al polso la scritta «100 giorni. 07/10». Licenziato ed espulso, verrà processato - Ansa

Un razzo dal Libano uccide 2 israeliani. Nella Striscia oltre 24mila vittime

Mentre l'esercito, che ormai controlla il nord della Striscia, concentra le sue operazioni nell'area centrale di Maghazi e al sud, il bilancio delle vittime (fornito da Hamas su fonti ospedaliere) sale a 24.100 morti e 60.834 feriti. Tel Aviv informa di aver eliminato circa 9mila terroristi. Decine di persone, fra cui donne e bambini, sono rimaste uccise la scorsa notte in intensi bombardamenti su Gaza City, Khan Yunis (nel settore meridionale) e il vicino campo profughi di el-Bureij. Cresce la pressione diplomatica internazionale: l'Ue ha inviato Israele e Palestina al proprio Consiglio del 22 gennaio.

Sale di tono anche il fronte con il Libano con l'uccisione di 2 israeliani, madre e figlio di 70 e 45 anni, da parte di un razzo anticarro lanciato dagli Hezbollah. Immediata la risposta dell'aviazione che ha colpito postazioni dei miliziani libanesi filo-Iran.

Secondo fonti di media israeliani, la maggior parte dei leader militari di Hamas che si trovavano a Beirut hanno lasciato il Libano per paura di essere bersaglio di omicidi, dopo l'uccisione mirata di Saleh al-Arouri. Si sarebbero spostati in Siria e in Turchia, mentre il leader senior Ghazi Hamad sarebbe fuggito in Qatar.

Il video: sfollati sulla costa desertica assaltano camion di aiuti

Centinaia di palestinesi, sfollati nell'estremo sudovest della Striscia di Gaza, sono stati filmati mentre danno l'assalto ai camion di aiuti umanitari. Lo ha riferito Haaretz che cita al-Jazeera pubblicando un suo filmato. La zona inquadrata nel video dovrebbe essere quella di Moassi, sulla costa di Rafah nel sud della Striscia, dove sono ammassati gli sfollati dal nord.


Hamas pubblica due video di 3 ostaggi: «Saprete la loro sorte». E poi: due sono morti

A cento giorni esatti dal rapimento, domenica sera Hamas ha pubblicato un video con tre ostaggi. Si tratta, scrive il quotidiano Haaretz, di Noa Argamani, Yossi Sharabi e Itay Svirsky. «Noa 26 anni, è stata rapita dal festival a Re'im ed era stata ripresa in un video mentre veniva trasportata su una moto verso la Striscia di Gaza. Itay Svirski, 38 anni, di Tel Aviv, è stato sequestrato mentre era in visita alla sua famiglia nel Kibbutz Be'eri. I suoi genitori, Orit e Rafi Svirski, sono stati assassinati. Yossi Sharabi, 53 anni, di Be'eri, è stato invece rapito da casa sua». Nel video i tre chiedono, in ebraico, alle autorità israeliane di agire per il loro ritorno a casa. Non è chiaro quando sia stato girato il filmato.

Stamani i miliziani hanno pubblicato un nuovo video dei 3, su Telegram, accompagnato dalla scritta: «Che pensi? Ancora vivi? Tutti morti? O alcuni vivi, alcuni morti?». E subito dopo: «Stanotte vi informeremo del loro destino». E in serata ecco la tragica risposta: le Brigate al-Qassam hanno annunciato la morte di due dei tre ostaggi israeliani. Nel nuovo video una dei tre ostaggi, la 26enne Noa Argamani, ha confermato la morte nei raid israeliani di Yossi Sharabi e di Iti Sabirsky. Hamas aveva detto in precedenza di aver perso i contatti con alcuni ostaggi mentre le forze israeliane bombardavano Gaza, sottolineando che avrebbero potuto essere uccisi nei raid.

Il sito di Haaretz, quotidiano di area liberal fortemente critico verso il governo di Netanyahu, apre stamani con un'analisi dal titolo inequivocabile: Il prezzo per liberare gli ostaggi: ammettere i fallimenti nella guerra di Israele a Gaza, di Amos Hariel.

I tre ostaggi che appaiono nel video

I tre ostaggi che appaiono nel video - Ansa

Biden: riporteremo a casa tutti. Sale la tensione con Netanyahu

«Non dimenticherò mai il dolore e la sofferenza che ho sentito nei miei incontri con le famiglie degli ostaggi americani» ha dichiarato il presidente Usa Joe Biden, citato dal Times of Israel. Washington sta ancora lavorando per riportare a casa «più di 100 persone innocenti, tra cui almeno sei americani, che sono ancora tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza», ha proseguito il presidente Usa. «Riaffermo ancora una volta la mia promessa a tutti gli ostaggi e alle loro famiglie: siamo con voi. Non smetteremo mai di lavorare per riportare a casa gli americani», ha precisato Biden.

Il presidente e alti funzionari dell'Amministrazione sarebbero sempre più irritati dall'irremovibilità di Netanyahu, che rifiuterebbe di accettare la maggior parte delle richieste americane sulla guerra a Gaza. Lo scrive il sito d'informazione Axios, che cita quattro funzionari a diretta conoscenza del dossier. «La situazione è disastrosa e siamo bloccati. La pazienza del presidente sta finendo», hanno detto ad Axios. «In ogni frangente, Netanyahu ha puntato il dito su Biden», afferma il senatore Chris Van Hollen, che è stato in stretto contatto con i funzionari statunitensi sulla guerra. «Stanno supplicando la coalizione di Netanyahu, ma veniamo schiaffeggiati più e più volte». La sensazione a Washington è che il premier israeliano «stia trascinando la guerra per motivi politici e personali» e il rilascio dei rapiti «non sia la sua priorità».

Biden non avrebbe più parlato con Netanyahu dal teso colloquio del 23 dicembre, che il leader della Casa Bianca concluse seccamente: «Questa conversazione è finita». Prima che Biden riattaccasse, Netanyahu aveva respinto la sua richiesta che Israele rilasciasse le entrate fiscali palestinesi che sta trattenendo».

La manifestazione a Tel Aviv, domenica, a cento giorni dal massacro del Sabato nero e dal rapimento degli ostaggi: circa 130 restano nelle mani dei miliziani a Gaza

La manifestazione a Tel Aviv, domenica, a cento giorni dal massacro del Sabato nero e dal rapimento degli ostaggi: circa 130 restano nelle mani dei miliziani a Gaza - Reuters

A Tel Aviv manifestazione per gli ostaggi, governo sotto accusa

Sul governo di Netanyahu monta anche la pressione delle famiglie degli ostaggi. A 100 giorni dal rapimento, domenica a Tel Aviv migliaia di manifestanti, in piazza per 24 ore, hanno chiesto con forza che venga fatto qualcosa di concreto per riportarli a casa vivi. Poi è arrivato il video di Hamas. Ma è giunta, sempre da Gaza, anche la dichiarazione del portavoce delle Brigate Qassam di Hamas, Abu Obeida, secondo il quale il destino di molti ostaggi è «sconosciuto nelle ultime settimane» e «molti di loro probabilmente sono stati uccisi a causa del bombardamento israeliano».

L'ufficio di Netanyahu assicura che il premier sta «lavorando in ogni modo al rilascio dei rapiti». Ma il leader dell'opposizione centrista Yair Lapid, in piazza a differenza del premier pur invitato, è andato all'attacco: «Yahya Sinwar - ha detto riferendosi al capo militare di Hamas a Gaza - possiamo ucciderlo anche a febbraio. E lo uccideremo, presto o tardi. Ma gli ostaggi dobbiamo riportarli a casa subito».

Il ministro della Difesa Gallant, nel suo intervento alla manifestazione, ha osservato che Israele «non permetterà che il mondo li dimentichi. Non li lasceremo indietro e non ci fermeremo fino a quando Hamas non sarà stato sconfitto».

Stando ai sondaggi, il gradimento di Netanyahu è in calo. L'ultima rilevazione pubblicata di Israel Ha Yom, vicino al governo, ha rivelato un 57% di «insoddisfatti» del suo operato. In ascesa Benny Gantz, leader centrista entrato nel governo di guerra, gradito dal 67% degli intervistati.​

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