Gli effetti del terremoto in Nepal - ANSA
È di oltre 120 morti e quasi 200 feriti il bilancio provvisorio del terremoto che ha colpito la provincia autonoma cinese del Tibet, alle pendici della catena himalayana. L’epicentro è stato localizzato nella contea di Tingri, un’ottantina di chilometri a nord del monte Everest, a una profondità di dieci chilometri. Scosse sono state avvertite nel vicino Nepal, in Bhutan e in India. Nella regione più colpita, di cultura buddista tibetana, vivono 62mila persone in insediamenti posti ad altitudini anche di 4.000 metri. Nel raggio di 20 chilometri dall’epicentro si trovano tre cittadine e 27 villaggi, con una popolazione di circa 6.900 abitanti. Il centro amministrativo è Shigatse, 800mila abitanti, sede del Panchen Lama, la seconda figura spirituale del buddismo tibetano. «Qui le case sono fatte di terra e molte sono crollate» ha detto all’Afp un giovane commerciante, Sangji Dangzhi. La situazione è «molto seria», ha aggiunto: per tutto il giorno le ambulanze hanno trasportato feriti in ospedale. Quando la terra ha cominciato a tremare erano le 9.05 del mattino. Una scossa fortissima, che per il Servizio geologico degli Stati Uniti avrebbe raggiunto una magnitudine di 7.1 (le autorità cinesi parlano di 6.8), è stata seguita da circa 150 scosse di assestamento attorno a 4.4. I video dei vigili del fuoco mostrano abitazioni in macerie, con i soccorritori che scavano alla ricerca dei dispersi. Secondo l’agenzia cinese Xinhua, sarebbero un migliaio le abitazioni danneggiate. Per gli sfollati sono state allestite tende d’emergenza. Ora la minaccia più grave sono le temperature, che scendono abbondantemente sotto zero. Ieri il termometro ha raggiunto meno 8 gradi, con la minima della notte che era prevista a meno 18.
Gli effetti del terremoto in Nepal - ANSA
Un pensiero per le vittime, per gli sfollati e per tutta la popolazione è giunto dal Dalai Lama, il leader tibetano fuggito in India dal 1959 dopo l’annessione del Tibet alla Cina e insignito del Nobel per la pace. Dichiarandosi «profondamente addolorato», ha assicurato:«Offro le mie preghiere per quanti hanno perso la vita ed estendo i miei auguri di pronta guarigione a tutti coloro che sono rimasti feriti». Il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che Pechino sta facendo tutto il possibile per salvare vite e proteggere la popolazione. Sul posto sono arrivati 1.500 vigili del fuoco e 22mila fra tende e letti da campo. La zona del monte Everest è una meta alpinistica di richiamo, ma gennaio non è la stagione più adatta. L’unico scalatore che aveva ottenuto il permesso per salire sul tetto del mondo era già rientrato al campo base dopo aver rinunciato all’ascesa, fanno sapere le autorità nepalesi. L’intera regione è stata temporaneamente chiusa al turismo e agli scalatori. All’origine del sisma, c’è la collisione tra la placca tettonica indiana e quella eurasiatica. Dal 1950, l’area himalayana fra Cina sudoccidentale, India settentrionale e Nepal è stata scossa da almeno 21 terremoti di magnitudo superiore a 6. Il più forte si registrò nel 2017 a Mainling e raggiunse 6.9. Nel 2015, il sisma di magnitudo 7.8 in Nepal causò 9mila morti e oltre 22mila feriti, distruggendo mezzo milione di case. In un messaggio inviato al presidente cinese, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha espresso «le più sincere condoglianze del popolo italiano». «La Repubblica italiana – si legge – è vicina al lutto dell’amico popolo cinese e, in particolare, al dolore delle famiglie di quanti hanno perso la vita a causa del sisma». Condoglianze e solidarietà sono arrivati da tutto il mondo. La commissaria europea alla Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, ha scritto che «l’Ue è pronta a fornire assistenza alle popolazioni colpite, se richiesta». In un breve messaggio pubblicato dal Cremlino, il presidente Vladimir Putin ha scritto che «la Russia condivide il dolore di coloro che hanno perso i loro cari e amici a causa di questo disastro naturale», presentando a Xi le sue «sincere condoglianze».