Ansa
L’emergenza per il virus cinese viaggia. Sulle tv, su Internet e sugli aerei. Un dramma, quello di Wuhan, che mette paura al mondo. Come prima era stata la Sars o l’influenza aviaria. Ebola, invece, è rimasto relegato prima in Africa Occidentale e ora in Congo. E fin che ci resta non fa paura a nessuno. La malaria c’è ovunque: solo nel 2018 ha ucciso ancora oltre 400mila persone. Un dato che fa riflettere i soliti rematori controcorrente. I numeri sono per fortuna in calo progressivo, ma restano ancora terrificanti: il bilancio supera a mani basse quello delle vittime di una guerra come quella siriana in corso ormai da nove anni.
Il paludismo, però, non spaventa: è la malattia dei poveri, di chi non ha neanche una zanzariera per proteggersi dalle punture che diventano mortali perché un farmaco non lo può avere. Pochi centesimi di dollaro con un'efficacia elevatissima. Come il vaccino. Una risposta concreta che sembra aver sconfitto il muro delle multinazionali del farmaco le quali per decenni avevano considerato la ricerca poco vantaggiosa dal punto di vista del “ritorno” economico. Qualcosa, però, anche su questo fronte si sta incrinando. A spaventare più di tutti, in ogni caso, è il silenzio per questi “figli di un male minore”, contrapposto al clamore di una sindrome cinese che per l’ennesima volta sembra evocare le profezie romanzesche di pandemie apocalittiche.
La morte silenziosa fa strage, quella mediaticamente proiettata fa, invece, paura. Terrorizza, evoca e induce la gente a cercare rassicurazioni. Crea fobie, bisogni di certezze e richiesta di provvedimenti per isolare il contagio. Con il passare dei giorni esso assume i connotati di una nube scura che avanza. Non vanno minimamente ignorate sia la pericolosità e sia le oltre 130 vittime del contagio cinese. Intere città in quarantena, più di seimila contagi e anche in Europa.
Chiaramente non è facile rimettere il tappo al vaso del sensazionalismo periodicamente sturato e che genera paura. Ma un passo in avanti sarebbe certamente comprendere che, curando quelle malattie curabili, un po’ di quella paura finirebbe per essere scacciata.