L'imposizione di nuove sanzioni contro il Venezuela constringono il presidente Nicolas Maduro a preparare una contromossa. Il successore di Chavez ha espresso la volontà di avere un colloquio telefonico o un incontro con il presidente americano Donald Trump per un faccia a faccia. Per questo ha incaricato il suo ministro degli Esteri, Jorge Arreaza, di organizzare una conversazione o un incontro a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York a settembre. «Se è interessato al Venezuela, sono qui, mister Donald Trump, la mia mano è qui» ha chiarito ieri davanti all'Assemblea Costituente.
Ciononostante, nel corso di un intervento durato oltre tre ore, Maduro ha continuato a usare toni durissimi contro gli Stati Uniti, dicendosi pronto «armi alla mano» a reagire contro qualsiasi eventuale aggressione. «Il Venezuela non si arrenderà mai e questo
l'impero americano deve saperlo», ha ammonito.
Sul lavoro della Costituente il presidente ha chiarito che durerà almeno fino ad agosto 2019, spiegando che questo organismo con il quale «è arrivata la pace ed è stato ristabilito l'ordine, abbraccerà e proteggerà il popolo più a lungo».
Nella terza sessione plenaria della controversa Assemblea, Maduro ha anche presentato un progetto di legge per punire «i delitti di odio» con pene fino a 25 anni. Il presidente ha lanciato poi un avvertimento all'opposizione: la Commissione della Verità della Costituente, ha detto, chiamerà a dichiarare i suoi dirigenti uno per uno, per punire chiunque abbia istigato la violenza terrorista durante le manifestazioni antigovernative iniziate ad aprile».