
Laura Loomer - Cbs12 tv
Questa volta l’efficienza governativa non c’entra: dietro il benservito del presidente Donald Trump ad almeno tre membri dello staff del Consiglio per la sicurezza nazionale ci sarebbe lo zampino di Laura Loomer, l’attivista e cospirazionista di estrema destra che ha accompagnato il tycoon in diverse tappe della campagna elettorale. La donna, senza alcun ruolo nell’Amministrazione (almeno, non al momento), li avrebbe segnalati al presidente per “slealtà”.
Si tratta solo di indiscrezioni. È stata la stessa Loomer a chiarire, al termine di un’udienza privata con Trump, che non avrebbe divulgato alcun dettaglio dell’incontro con il leader repubblicano “per rispetto nei suoi confronti” e per omaggiare “la privacy istituzionale dello Studio Ovale”. La sedicente attivista si è limitata a sottolineare: "È stato un onore incontrare il presidente e presentargli le mie conclusioni, continuerò a lavorare sodo per supportare il suo programma e a ribadire l'importanza di un controllo rigoroso, per proteggere lui e la nostra sicurezza nazionale”. Al tavolo presidenziale, avrebbe portato anche un dossier con le prove delle sue accuse.
Loomer, classe 1993, capelli viola, è un’influencer. Ha coniato e registrato come marchio il termine “Loomered” utilizzato per descrivere la sua tattica di sorprendere le persone con domande inaspettate e spesso imbarazzanti. Sui social, ha viralizzato le teorie della cospirazione sugli attacchi dell’11 settembre parlandone come di un “complotto interno”. Ha fatto trend con l’hashtag “#proudislamophobe (orgoglio islamofobo) e con le battute a sfondo razziale contro Kamala Harris, la candidata democratica alla presidenza di origini indiane: se vincesse le elezioni, rilanciò su “X”, la Casa Bianca “puzzerebbe di curry”. La stampa americana ricorda che nel 2017 bloccò una rappresentazione del Giulio Cesare di Shakespeare a Central Park, a New York, perché l’attore che rappresentava l’imperatore era somigliante a Trump. Saluta sul palco, cominciò a gridare: “Questa è violenza contro Donald Trump! Fermate la normalizzazione della violenza politica contro la destra!”. A considerarla “eccessiva” sono diversi alleati dello stesso tycoon.
Non è mai riuscita a entrare al Congresso (ci ha provato due volte) ma è stata vista a Mar-a-Lago, residenza privata di Trump, almeno nove volte dal 2021. Nonostante le raccomandazioni a tenerla lontana, The Donald se l’è portata pure in campagna elettorale prima a Philadelphia poi a New York e Shanksville. Al lui piace perché, così disse durante un evento, “è uno spirito libero”.
Secondo alcune fonti, Loomer avrebbe partecipato a una campagna condotta dall’interno del partito per screditare alcuni membri dello staff della Casa Bianca pubblicando online vecchi dettagli sulla vita privata e professionale dei dipendenti per dipingerli come “sleali” o ideologicamente inadatti a far parte dell’Amministrazione. Tra questi ci sarebbe David Feith, un direttore senior responsabile degli aspetti tecnologici legati alla sicurezza. L'insinuazione è che questi funzionari siano troppo interventisti, troppo inclini a impegnare le truppe americane nel mondo, in contrasto con l’“America First” che Trump va predicando.