Laura Codruta Kovesi
A 30 anni dalla caduta del comunismo, arriva dalla Romania il Procuratore capo europeo, nuova istituzione Ue con sede a Lussemburgo, la Eppo, che indagherà sui crimini finanziari contro l’Ue, cui hanno aderito finora 22 Stati membri (Italia compresa).
Il magistrato Laura Codruta Kövesi, 46 anni, designata a maggioranza con 17 voti dal Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti dei governi, è stata oggi confermata a Bruxelles dalla Conferenza dei presidenti dell'Eurocamera. Laura Codruta Kövesi è il simbolo di chi ai suoi ideali non rinuncia mai: «Un’eroina della lotta alla corruzione», come è stata definita nel suo Paese. Dove, però, dopo aver dichiarato guerra ai politici coinvolti in scandali di tangenti, è stata fermata dal Partito social-democratico al governo, che ha chiesto e ottenuto l’anno scorso la sua revoca dalla carica di capo della Direzione nazionale anticorruzione. Lo stesso governo che non l’ha mai appoggiata per il ruolo europeo.
Anzi, nei suoi confronti sono state lanciate accuse di irregolarità nelle inchieste, aperti processi ed emessi ordini di non lasciare Bucarest, mentre la sua presenza era richiesta a Bruxelles per seguire le procedure della nomina. Nulla però l'ha fermata, nella convinzione che la verità deve superare gli ostacoli, che non bisogna aver paura di ingiustizie, pressioni politiche o minacce. Ma con “fair play”, così come da giovane ha imparato quando con passione praticava la pallacanestro ad alto livello.
La maggioranza dei Paesi Ue l’ha ritenuta la persona più adatta per guidare la nuova Procura della Ue. Che significato ha per lei questa scelta?
Prima di tutto, desidero precisare che non potrò entrare nel merito di alcune questioni prima della fine della procedura di nomina, che non è stata ancora completata formalmente. Per quanto riguarda il voto del Coreper, credo sia un successo anche per tutti i romeni che negli ultimi anni hanno sostenuto la lotta alla corruzione, difeso lo stato di diritto e i valori europei. Allo stesso tempo, credo che il voto rappresenti un riconoscimento dell’attività svolta dall’intero sistema giudiziario romeno, e non solo per la mia persona. Spero che questo voto rappresenti per tutti giudici e procuratori una motivazione a continuare la lotta alla corruzione, a difendere l’indipendenza della giustizia, a resistere contro le pressioni politiche.
Con la sua nomina, l’Unione Europea vuole dare un messaggio chiaro. Lei viene da un Paese che ha registrato progressi nella lotta alla corruzione, il periodo in cui è stata alla guida della Direzione nazionale anticorruzione è stato segnato da decine di arresti di alti funzionari. Qual è il messaggio che passa?
Al di la delle statistiche – che indicano risultati reali ottenuti nella lotta alla corruzione negli ultimi cinque anni –, la cosa più importante è il fatto di aver ottenuto obiettivi che le statistiche non registrano. Con la squadra che ho guidato ho dimostrato che la legge è uguale per tutti e che nessuno è troppo forte da sottrarsi alla legge. I procuratori indipendenti hanno fatto indagini nei confronti di persone che sembravano intoccabili, senza farsi intimidire dalle loro cariche o dalla loro ricchezza. La corruzione può essere sconfitta. Nel periodo in cui ho guidato il Dipartimento, sono stati rinviati a giudizio 68 alti funzionari, 14 ministri ed ex ministri, 39 deputati, 14 senatori e un membro del Parlamento Europeo. Di questi, 37 sono stati condannati in via definitiva, di cui 9 ministri ed ex ministri. Allo stesso tempo, il valore dei sequestri ha superato i due miliardi di euro.
La sua nomina, come ha detto, è una vittoria per lei e per molti romeni. Ma non per il governo di Bucarest, che si è sempre opposto alla sua nomina. Una situazione paradossale...
Quando mi sono candidata, ho tenuto conto dalla mia esperienza professionale e del mio desiderio di proseguire la carriera di procuratore. Non mi aspettavo aiuto da nessuno, tanto meno dal governo. Però, in tutta la procedura sono stata appoggiata da migliaia di romeni che mi hanno incoraggiata e sostenuta. Ciò è stato più importante rispetto al fatto che l’esecutivo non mi abbia appoggiata.
Quale sarà il ruolo della Procura dell’Unione Europea che diventerà operativa l’anno prossimo? Che cosa farà in più rispetto ad Olaf, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode?
Il ruolo della Procura Europea sarà quello di fare indagini sui reati che colpiscono gli interessi finanziari Ue, reati compiuti sul territorio di uno o più Stati membri. La sua area di competenza coprirà i comportamenti fraudolenti che incidono sul bilancio generale dell’Ue, come i reati contro il bilancio, le frodi sui fondi strutturali e quelle sull’Iva (superiori a 10 milioni di euro).