Gli scontri più violenti sono avvenuti a Zvecan - Ansa
La Russia difende Belgrado, accusando la Nato per l’escalation in Kosovo. Secondo Mosca i militari della Kfor sono stati poco professionali nel gestire le tensioni. «L'Occidente deve smettere di incolpare i serbi per gli incidenti in Kosovo – ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova -. Stanno difendendo pacificamente e senza armi i loro legittimi diritti e la loro libertà». Mosca ha esortato anche a «non provocare Belgrado», che è stata «costretta» a schierare le truppe al confine.
Nel nord del Kosovo, oggi la situazione sembra più calma. Ieri a Zvecan trenta militari nato della Kfor, 11 italiani e 19 ungheresi, sono rimasti feriti negli scontri con i manifestanti che rifiutano l'elezione di quattro sindaci albanesi nei Comuni a maggioranza serba.
Contro i militari sono stati anche esplosi colpi di arma da fuoco: tre ungheresi sono stati feriti, ma per fortuna non sono in pericolo di vita, secondo il comando della missione Kfor.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, considerando che lo scontro sia stato fomentato di proposito, ha detto: «Con il ministro Tajani e la presidente Meloni abbiamo passato la notte a chiamare i nostri colleghi sia serbi che kosovari. Abbiamo chiesto anche ai colleghi europei di fare pressione perché questa cosa nasce da una volontà politica di alzare la tensione. Noi vorremmo che cessasse perché il confine tra il Kosovo e la Serbia è uno di quei luoghi pericolosi in cui una scintilla potrebbe far scoppiare un incendio». Mentre l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue ha cercato di smorzare la tensione: «Non possiamo permetterci un altro conflitto».