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Durante questi mesi papa Francesco "non è mai stato 'equidistante': ha condannato con parole nette l'aggressione perpetrata dalla Russia. È stato piuttosto 'equivicino', cioè vicino a tutti coloro che soffrono per le conseguenze della guerra, in primo luogo la popolazione innocente dell'Ucraina che muore sotto le bombe russe". Lo afferma Andrea Tornielli, direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, in una dichiarazione rilasciata all'edizione ucraina di Vatican News.
Tornielli ha commentato le parole di Pontefice, pronunciate durante l'Udienza Generale del 24 agosto. Papa Francesco, ricorda Tornielli, "è intervenuto numerosissime volte in favore del popolo ucraino, vittima di un'ingiusta aggressione. Ieri, nel giorno in cui ricorrevano i sei mesi dall'inizio di questa guerra, proprio nel giorno in cui l'Ucraina ha celebrato l'anniversario della sua indipendenza, ha pronunciato parole fortissime per chiedere la fine dei combattimenti e un impegno vero per la pace da parte dei responsabili delle Nazioni".
"Francesco ha parlato della 'pazzia' della guerra russa. Nell'enciclica 'Fratelli tutti' aveva già spiegato che non ci sono più ragioni per parlare di 'guerra giusta'. Nessuna guerra oggi è 'giusta'. E proprio riferendosi alla pazzia della guerra, che crea insicurezza per tutti - continua il direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede -, ha ricordato anche l'ultimo episodio di cronaca accaduto, l'attentato in cui è rimasta uccisa Darya Dugina. Ha parlato di lei definendola 'povera ragazza', per riferirsi alle
circostanze drammatiche della sua morte, per ribadire che mai niente può giustificare l'uccisione di un essere umano. Il Papa ha parlato con il cuore del pastore, non del politico. Voleva esprimere la pietà cristiana per i morti, per tutti i morti, e non certo ferire i sentimenti della popolazione ucraina, che sperimenta l'orrore della guerra e continua ad avere tante vittime innocenti, e tra queste molti bambini. Bambini per i quali il Papa ha pregato tante volte e continua a pregare".
Le parole di Tornielli sono state registrate nei giorni scorsi e offrono un quadro chiaro e limpido sulle parole del Papa, che però hanno suscitato perplessità in Ucraina, tanto che ieri, giovedì, il ministro degli Esteri di Kiev aveva convocato il nunzio apostolico in Ucraina, Visvaldas Kulbokas. «Abbiamo studiato attentamente la citazione completa» sulla morte di Dugina e «abbiamo deciso di convocare il nunzio apostolico per esprimere il disappunto dell’Ucraina su queste parole», ha detto il ministro Dmitro Kuleba.
A monsignor Visvaldas Kulbokas "è stato detto che l'Ucraina è profondamente delusa dalle parole del Pontefice, che equiparano ingiustamente l'aggressore e la vittima". Così una nota del ministero degli Esteri ucraino dopo l'incontro con il nunzio apostolico. "La decisione di papa Francesco di menzionare nel contesto della guerra russo-ucraina la morte di un cittadino russo sul territorio della Russia, con la quale l'Ucraina non ha nulla a che fare, provoca incomprensioni", si legge ancora nella nota.
Anche l'ambasciata ucraina presso la Santa Sede aveva espresso perplessità per le parole del Papa, ma oggi i toni si sono distesi: i rappresentanti ucraini oggi in un tweet hanno sottolineato "quanto siano importanti" le relazioni tra l'Ucraina e la Santa Sede. L'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, ha twittato alcune foto in Ucraina con il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, risalenti alla sua visita a Kiev di un anno fa: "È trascorso esattamente un anno da quando sua eminenza il card. Pietro Parolin ha visitato l'Ucraina e ha partecipato alla celebrazione storica del 30° anniversario dell'Indipendenza. È stata la seconda visita del Segretario di Stato vaticano dall'inizio dell'invasione russa nel 2014 che ha mostrato per entrambe le parti quanto siano importanti le relazioni tra Ucraina e Santa Sede".