Tutti “pazzi”, perché dalla follia della guerra nessuno è esente. E a farne le spese “sono sempre gli innocenti”. A sei mesi esatti dallo scoppio della prima bomba russa in terra ucraina il Papa, al termine dell’udienza generale, ha rinnovato “l’invito a implorare dal Signore la pace per l’amato popolo ucraino che da sei mesi oggi, patisce l’orrore della guerra”. Francesco ha scandito il suo appello con tono sottile ma solenne: "Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia".
Il riferimento è alla città dell’Ucraina sudorientale, sede di una delle più grandi centrali nucleari in Europa, dove da mesi sono asserragliate centinaia di persone. Di loro il Pontefice ha parlato nel suo intervento: "Porto nel cuore i prigionieri soprattutto quelli che si trovano in condizioni fragili e chiedo alle autorità responsabili di adoperarsi per la loro liberazione".
E poi ha rivolto il suo pensiero ai bambini: "Innocenti che pagano la pazzia della guerra": "Tanti morti, poi, tanti rifugiati, qui ce ne sono tanti…”, ha sottolineato, accompagnando le sue parole con un gesto della mano e guardando ai profughi presenti in Aula Paolo VI, accolti dalla Caritas. Le parole del Papa sono state salutate da un applauso e dalle lacrime di alcune giovani donne che sventolano la bandiera blu e gialla.
"Tanti feriti, tanti bambini ucraini e bambini russi sono diventati orfani. La orfanità non ha nazionalità, hanno perso il papà o la mamma. Siano russi, siano ucraini. Penso a tanta crudeltà a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti, perché la guerra una pazzia. E nessuno che è in guerra può dire no, io non sono pazzo. La pazzia della guerra".
Francesco ha poi citato l'attentato a Darya Dugina, figlia di colui che è considerato l’ideologo del presidente russo Vladimir Putin, Aleksandr Dugin, morta nell'esplosione della sua auto il 20 agosto scorso mentre faceva ritorno a Mosca. Il Pontefice ha ricordato così la giovane vittima: "Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto il sedile in una macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti".
Per il Papa "coloro che guadagnano con la guerra, con il commercio delle armi sono dei delinquenti perché ammazzano l'umanità".
Poi Francesco ha invitato a pensare "ad altri Paesi che sono in guerra da tempo: più di dieci anni la Siria; pensiamo alla guerra nello Yemen, tanti bambini patiscono la fame; pensiamo ai Rohingya che girano il mondo per l'ingiustizia di essere cacciati via dalla loro terra".
"Ma oggi in modo speciale, ai sei mesi dell'inizio della guerra, pensiamo a Ucraina e Russia. Ambedue i Paesi - ha ricordato il Papa - ho consacrato all'immacolato cuore di Maria. Che Lei, Madre, veda questi due Paesi amati, che veda l'Ucraina, che veda la Russia e che ci porti la pace. Abbiamo bisogno di pace".
Intanto sembra ancora una volta allontanarsi l’incontro tra il Papa e il patriarca di Mosca, Kirill. Il capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del patriarcato di Mosca, il metropolita Antonij, ha annunciato che Kirill non andrà a settembre in Kazakistan per il VII Congresso dei leader delle religioni dove invece sarà presente papa Francesco e dove avrebbe potuto tenersi il colloquio fra i due.