Le tanto attese elezioni presidenziali in Somalia si sono concluse con la vittoria di Hassan Sheikh Mohamud, 66 anni, già capo dello Stato dal 2012 al 2017. Tale esito ha così sancito la sconfitta del leader uscente Mohamed Abdullahi Mohamed, noto col soprannome di Farmaajo, che ha riconosciuto il risultato del voto.
A scegliere tra la rosa dei 39 candidati però non sono stati i cittadini bensì i 329 parlamentari, in quanto in Somalia la transizione politica avviata con la fine della guerra civile non ha ancora portato al suffragio universale.
Ad affidare il diritto di voto ai parlamentari sono stati i presidenti degli Stati federali e gli anziani dei clan del Paese attraverso un articolato sistema. Ieri, le procedure di voto alle urne per eleggere il decimo presidente della Somalia sono state trasmesse in diretta televisiva.
Per scongiurare disordini ed eventuali attacchi da parte della milizia ribelle degli Shebaab, già a partire dalla scorsa settimana la Missione di transizione dell'Unione Africana in Somalia (Atmis) ha imposto un coprifuoco a Mogadiscio. Nonostante ciò, come riferisce la stampa africana, i sostenitori di Mohamud - che guida lo Union for Peace and Development party - sono scesi in strada per festeggiare, con caroselli e cori tra le strade del centro.
Le elezioni presidenziali in Somalia erano un appuntamento atteso già mesi prima del febbraio del 2021, quando è legalmente scaduto il mandato dell'ex presidente Farmaajo. Accusato da più parti di non essersi impegnato per organizzare le elezioni prima di tale termine, il leader decise di restare al potere, alimentando contrasti con le istituzioni dello stato federale.
Date le numerose sfide che il Paese del Corno d'Africa deve ancora affrontare, tra cui i contrasti con alcuni Stati federali, la minaccia dei miliziani di Al-Shebaab e la crisi economica inasprita dalla siccità, la comunità internazionale ha fatto numerose pressioni affinché si svolgessero tali elezioni.