I russi avrebbero lanciato bombe incendiare o al fosforo contro l'acciaieria Azovstal: denuncia il consigliere del sindaco di Mariupol, Petro Andryushchenko, secondo quanto riportano i media ucraini, 15 maggio 2022. - Fermo immagine tratto da un video pubblicato da Zvezda, canale televisivo patriottico-militare pubblico di proprietà del Ministero della difesa della Federazione Russa
È iniziata l'evacuazione dei militari ucraini feriti rimasti intrappolati nell'acciaiera Azovstal a Mariupol.. Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato di aver concordato una tregua dei combattimenti per poter far uscire dalla struttura i militari ucraini feriti e rimasti intrappolati nei sotterranei; feriti che saranno trasportati attraverso un corridoio umanitario in una struttura sanitaria nella Repubblica popolare di Donetsk.
In tarda serata non è ancora possibile avere maggiori informazioni. Non si sa quanti siano gli ucraini che hanno lasciato l'acciaieria, sui 600 presenti. Non è chiaro se siano solo i feriti a uscire o anche alcuni combattenti ancora validi. In totale sembra che siano una decina i pullman usati.
Era stato il presidente dell'Ucraina Zelensky a dare notizia, in mattinata, che sono in corso negoziati per arrivare far uscire le persone dalla città martire, compresi i combattenti ucraini asserragliati nell'acciaieria.
In un messaggio video, il comandante del battaglione Azov Denis Prokopenko ha detto che i militari hanno deciso di "eseguire l'ordine di evacuazione del comando supremo". Dopo aver resistito 82 giorni, ha detto, respingendo "le forze soverchianti del nemico", ora "per salvare vite umane, la guarnigione sta attuando la decisione approvata dal comando supremo, sperando nel sostegno del popolo ucraino". "Non esistono operazioni o piani completamente sicuri durante una guerra - ha sottolineato - ed è necessario capire se tutti i rischi sono stati calcolati e se è stato elaborato un piano B".
Contro l'acciaieria secondo i media ucraini, sarebbero state lanciate anche "bombe al fosforo". Dall’inizio del conflitto, la Russia è stata già accusata più volte di utilizzare queste armi - ad esempio a Irpin -, il cui uso sui civili è vietato dalla Convenzione di Ginevra.
Fonti russe sostengono che i combattenti dell'acciaieria Azovstal di Mariupol sarebbero usciti dall'impianto con la bandiera bianca della resa, ma si tratta di una notizia falsa. Secondo quanto scritto sui social dal consigliere del sindaco della città Petro Andryushchenko citato dai media ucraini. "A fidarsi delle fonti degli occupanti russi, hanno già fatto prigionieri tutti a Mariupol tre volte", ha affermato Andryushchenko indicando che l'esercito di Mosca non smette di cercare di entrare nell'Azovstal e di bloccare l'uscita dai bunker: "Ma non è in corso alcun avvicinamento, quindi i bombardamenti stanno diventando più intensi".
«Quarta fossa comune a Mariupol»
Emerge una quarta fossa comune a Mariupol, nei pressi del cimitero centrale della città. A denunciarlo è Radio Svoboda, che ha analizzato foto satellitari della società americana Maxar a partire da una denuncia dei giorni scorsi del consigliere del sindaco Petro Andrushchenko. La sepoltura di massa appare composta da due trincee, una delle quali lunga oltre 30 metri, che sarebbero state scavate già a inizio marzo.
Finlandia e Svezia nella Nato: secondo Mosca "un grave errore"
Nel giorno della visita del premier bielorusso Lukashenko a Mosca, il Cremlino torna ad attaccare la decisione ufficiale di Finlandia e Svezia di aderire all'Alleanza Atlantica, definendola un grave errore: "L'ingresso dei due Paesi non rafforzerà la sicurezza in Unione Europea". Nel frattempo il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov fa sapere che la Russia e gli Stati Uniti non stanno prendendo accordi per colloqui tra i leader dei rispettivi Paesi o tra i loro capi della diplomazia.
La Finlandia ha chiesto ufficialmente l'ingresso nella Nato. L'annuncio domenica del presidente finlandese Sauli Niinisto. Secondo l'emittente Yle News, il Parlamento di Helsinki si riunirà già oggi per discutere e approvare la domanda di adesione alla Nato, con l'avvio del processo possibile a partire da martedì. "Questo è un giorno storico", ha detto il presidente finlandese Sauli Niinisto, annunciando in una conferenza stampa congiunta con la premier Sanna Marin che la Finlandia presenterà ufficialmente la richiesta di adesione alla Nato. La Finlandia, ha sottolineato citato dall'emittente Yle News, "sta entrando in una nuova era".
L'adesione di Svezia e Finlandia alla Nato sarebbe un "errore" con "conseguenze di vasta portata" e un "cambio radicale" dello scenario globale, secondo il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, citato dai media russi. Mentre per la premier finlandese Marin "la minaccia nucleare è molto seria" e Helsinki non può "più credere che ci sarà un futuro di pace accanto alla Russia restando da soli". L'ingresso della Finlandia e della Svezia nella Nato non rafforzerà in alcun modo l'Europa. Ne è convinto il portavoce del Cremlino Dmytro Peskov, che ha spiegato che la Russia segue da vicino le richieste di adesione all'Alleanza Atlantica di Svezia e Finlandia. I due Paesi, sostiene, sono stati guidati in questa scelta dagli Stati Uniti.
In risposta la Russia ha interrotto la fornitura di energia elettrica alla Finlandia. La notizia è stata confermata a Sky News da Fingrid, la società che si occupa della distribuzione dell'elettricità nel Paese scandinavo. "Siamo fiduciosi che non ci saranno grossi problemi", ha dichiarato il vice presidente di Fingrid, Reima Paivinen, dal momento che sarà la Svezia a fornire al Paese energia elettrica a sufficienza.
La Finlandia fino ad oggi riceveva dalla Russia il 10% del suo consumo totale. L'interruzione è arrivata dopo che Helsinki ha confermato di voler aderire alla Nato.
Nei prossimi giorni, forse già martedì, potrebbe ripetersi la richiesta ufficiale a entrare nel Patto Atlantico da parte della Svezia.
Perché la Turchia ha detto no all'ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia?
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto no a Svezia e Finlandia nella Nato: la Turchia non vede di buon occhio l'ingresso dei due Paesi scandinavi nell'Alleanza atlantica ed Erdogan, come è nel suo stile, non ha usato mezzi termini per esprimere la propria posizione. Tanto da spingere il portavoce e consigliere del presidente, Ibrahim Kalin, a precisare il giorno dopo che la Turchia "non chiude la porta all'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato".
In pratica, il messaggio di Erdogan è, se ne potrà riparlare in futuro, ma di certo non ora.
Anche perché con la procedura di accesso all'Alleanza basata sull'unanimità, basterebbe il solo veto di Ankara a bloccare le richieste provenienti da Stoccolma e Helsinki. Un cambio di rotta rispetto alle politiche del passato, quando Ankara si è sempre mostrata aperta e favorevole ad allargare i confini della Nato.
Il presidente turco ha indicato come motivazione il presunto sostegno di Svezia e Finlandia a organizzazioni terroristiche verso cui Ankara ha adottato la linea della tolleranza zero e che rendono i due Paesi "alberghi per terroristi". Il riferimento è ai membri dell'organizzazione separatista curda Pkk e ai seguaci di Fetullah Gulen, miliardario residente negli Usa ritenuto la mente del tentato golpe del 2016.
Il presidente finlandese Sauli Niinisto si è detto pronto a parlare di qualsiasi questione con il leader turco dopo le parole di quest'ultimo su Finlandia e Svezia nella Nato. Secondo Niinisto, "finora, sembra che non ci siano problemi immediati in arrivo". Il presidente finlandese ha anche affermato che, sebbene sia rimasto "sbalordito" dai commenti del presidente turco "non è preoccupato" dal fatto che la Turchia blocchi l'adesione della Finlandia alla Nato. "Credo che ci saranno ancora molte discussioni e non sono così preoccupato per questo", ha fatto sapere.
È fuori discussione che l'asilo garantito dai Paesi scandinavi a membri del Pkk e golpisti in fuga sia un fattore di enorme fastidio per Erdogan, tuttavia si tratta più di un tema passibile di oggetto di negoziato che un problema tale da sbarrare la strada della Nato a due Paesi in un momento tanto delicato.
Il vero obiettivo è piuttosto mantenere attivo il canale di dialogo con Mosca e vivi i fili del negoziato faticosamente aperti dalla Turchia tra Russia e Ucraina.
Erdogan sa bene che con l'ingresso di Svezia e Finlandia si lancerebbe un ulteriore guanto di sfida al presidente russo Vladimir Putin.
Circostanza che il leader turco vuole assolutamente evitare, deciso a mediare nella crisi in corso attraverso un'azione diplomatica che ha riportato la Turchia al centro della Nato e permesso a Erdogan di guadagnare centralità e credibilità.
Pur avendo fatto valere un canale di dialogo autonomo e indipendente con Putin, infatti, Erdogan ha mantenuto fede agli impegni Nato e garantito sostegno all'Ucraina con la ferma condanna dell'invasione russa. Sostegno non solo politico e diplomatico, ma anche militare - grazie ai droni turchi usati dall'esercito di Kiev - e umanitario, con l'accoglienza di circa 70 mila profughi ucraini, il doppio rispetto alla Gran Bretagna.
Ankara, da un lato ha rifiutato di applicare sanzioni economiche alla Russia, ma dall'altro come richiesto dalla stessa Nato, non ha tardato a chiudere il passaggio alle navi da guerra degli stretti del Bosforo e Dardanelli che conducono al Mar Nero e ha poi chiuso il proprio spazio aereo ai voli militari russi, spezzando le rotte verso la Siria, vero e proprio fronte sud dello schieramento di forze messo in campo da Putin.E dunque l'insistenza con cui Erdogan ha cercato e continua a cercare una mediazione, gli sforzi impiegati per far sedere allo stesso tavolo Putin e il leader ucraino Volodymyr Zelensky, hanno comunque fatto aumentare il peso di Ankara in Occidente.
Il leader di Ankara ha messo sul tavolo la centralità del proprio Paese, non solo alla luce dell'arsenale militare della Turchia, ma anche della posizione geografica che lo rendono guardiano degli stretti che portano al Mar Nero e lo scudo del fianco est dell'Alleanza atlantica.
Atteso per oggi l'avvio di una delle più grandi esercitazioni nella storia dei Paesi baltici da parte della Nato. Il suo nome in codice è Hedgehog. Lo scrive la Bbc. Le esercitazioni si svolgeranno in Estonia per due settimane e coinvolgeranno 15mila soldati da 10 Paesi, compresi Regno Unito, Usa e gli attuali non-membri Finlandia e Svezia, che chiedono di aderire all'Alleanza.
Benché pianificate ben prima dell'invasione russa dell'Ucraina, le esercitazioni si svolgono in un momento di particolare tensione tra la Nato e Mosca. Nel contesto dell'invasione, le esercitazioni assumono un significato simbolico per i Paesi baltici, perché finalizzate a testare la loro capacità di rispondere a simili incursioni da parte di forze nemiche.
Sempre oggi è prevista a Bruxelles la riunione dei ministri Ue degli Esteri sulla guerra in Ucraina: da sciogliere il nodo sull'embargo al petrolio russo. L'Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell: "Faremo il massimo per sbloccare la situazione, ma non posso garantire che si arrivi ad un accordo perché le posizioni sono abbastanza forti: il mio ruolo non è di assegnare le colpe a qualcuno ma di costruire il consenso".
Ucraina. Perché l’Europa non è unita sull'embargo al petrolio russo