Nel 70esimo giorno della guerra in Ucraina - mentre la Russia è tornata a bombardare l’acciaieria Azovstal di Mariupol - al centro del dibattito europeo vi è la proposta di nuove sanzioni contro la Russia predisposte dalla Commissione Europea che vanno approvate a maggioranza assoluta dal Consiglio Ue.
La proposta di "un divieto totale d'importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato" all'interno del sesto pacchetto di sanzioni dall'inizio dell'invasione russa dello scorso 24 febbraio è stata presentata al Parlamento europeo, ma va ancora approvata a maggioranza assoluta. "Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l'impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell'anno", ha spiegato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
Dunque, uno stop graduale, dunque, ai rifornimenti di petrolio russo per colpire economicamente Mosca e il Cremlino. Ma con alcune eccezioni. La Presidente della Commissione Ue, infatti, ha parlato di sei mesi e della fine del 2022 per tutti i Paesi Europei. Ma nell’accordo, ancora in bozze, ci sono due eccezioni: Ungheria e Slovacchia che hanno ottenuto una deroga che porterà all’embargo del petrolio russo non entro la fine del 2022, ma nel 2023.
Va precisato che la decisione dei Paesi membri dell'Ue sul sesto pacchetto di sanzioni proposto dalla Commissione europea non è prevista per oggi. Tutti i Paesi avrebbero chiesto più tempo per esaminare il documento che Bruxelles ha trasmesso alla mezzanotte del 4 maggio. Una nuova riunione del Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell'Unione europea è stata fissata per venerdì ma potrebbe essere anticipata a giovedì 5 maggio.
Sebbene l'obiettivo della presidenza di turno francese sia quello di arrivare al varo del nuovo pacchetto di sanzioni nel fine settimana, ci sono diversi nodi da sciogliere. Nello specifico Ungheria e Slovacchia potrebbero porre il veto su questa proposta della Commissione Europea riguardante l'embargo del petrolio russo: va ricordato che i due Paesi, infatti, sono largamente dipendenti dal greggio russo: se l’Ungheria riceve da Mosca il 58 per cento del suo fabbisogno di petrolio e derivati, la Slovacchia ne dipende quasi totalmente, con il 96 per cento del suo approvvigionamento importato dalla Russia.
Sebbene sul tavolo vi sia la proposta di un'esenzione all'embargo petrolifero proposto dalla Commissione Europea, della quale i due Stati potrebbero beneficiarne fino alla fine del 2023, nel rispetto dei contratti esistenti con la Russia, il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs ha spiegato che Budapest non vede "alcun piano o garanzia su come una transizione" dal petrolio russo "potrebbe essere gestita sulla base delle proposte attuali e su come sarebbe garantita la sicurezza energetica dell'Ungheria".
Ungheria e Slovacchia hanno chiesto, a fronte di una possibile deroga per loro fino alla fine del 2023, di avere più tempo prima di interrompere il flusso del petrolio che arriva loro dalla Russia.
Ansa
"Il futuro dell'Unione Europea è scritto anche in Ucraina" ha spiegato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen intervenendo al Parlamento europeo dove ha annunciato il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia che prevederebbe anche l'esclusione da Swift di Sberbank, "di gran lunga la più grande banca della Russia, e altre due grandi banche". Questo - ha aggiunto - solidificherà il completo isolamento del settore finanziario russo dal sistema globale".
Che cosa significa l'esclusione delle banche russe dallo Swift
Tra le altre sanzioni annunciate, Von der Leyen ha spiegato che: «stiamo inserendo nella lista dei sanzionati alti ufficiali militari e altre persone che hanno commesso crimini di guerra a Bucha e che sono responsabili dell’assedio disumano della città di Mariupol. Questo invia un altro segnale importante a tutti gli autori della guerra del Cremlino: sappiamo chi siete e sarete giudicati».
Inoltre è stato proposto il divieto di trasmissione per alcune emittenti russe: «Vietiamo il nostro spazio a tre grandi emittenti statali russe. Non saranno più autorizzate a distribuire i loro contenuti nell’Ue, in qualsiasi forma o mezzo, sia via cavo, via satellite, su Internet o tramite app per smartphone. Abbiamo identificato questi canali tv come portavoce, che amplificano in modo aggressivo le bugie e la propaganda di Putin. Non dovremmo più dare loro un palcoscenico per diffondere queste bugie».