mercoledì 4 dicembre 2024
Malgrado il via libera degli azionisti di Tesla, una giudice del Delaware ha confermato lo stop già preso a gennaio del compenso di 55,8 miliardi di dollari
Musk e sullo sfondo Trump

Musk e sullo sfondo Trump - Fotogramma

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Potrebbe essere un copione che si ripete per i prossimi 4 anni – un primo colpo nella battaglia fra la magistratura americana e la disinvoltura con la quale i miliardari di cui la prossima Amministrazione Trump pullula cercano di moltiplicare il loro capitale. Sempre che i giudici Usa non si contraddicano a vicenda, dividendosi politicamente. Per ora la decisione di una giudice del Delaware di respingere un super pacchetto di retribuzione di Elon Musk da 55,8 miliardi di dollari da parte di Tesla rimane incontrastata. Ma Tesla può ancora fare appello, e cercare così un giudice più pro-business che ribalti la sentenza di Kathaleen McCormick. La togata del Delaware (dove la società aveva sede prima di trasferirsi in Texas), infatti, ha stabilito che il tentativo di Tesla di ratificare la retribuzione di Musk a giugno non può annullare la sua decisione di gennaio che aveva bocciato il pacchetto ritenendolo «ingiusto» per gli azionisti. La giudice ha riscontrato “inesattezze materiali” nei documenti forniti agli azionisti sul voto. «La mozione di revisione è respinta», ha scritto McCormick, secondo la quale «il gruppo di difensori, numeroso e di talento, si è sbizzarrito con l'argomentazione della ratifica, ma le loro teorie senza precedenti sono contrarie a molteplici norme di legge consolidate». Laconica e piccata la risposta del patron di Tesla sul suo X: «Gli azionisti dovrebbero controllare il voto delle società non i giudici», ha scritto, ripubblicando un post di Tesla nel quale si definiva la sentenza «sbagliata». «Un giudice del Delaware ha appena annullato la volontà della maggioranza degli azionisti che possiedono Tesla e che hanno votato due volte per pagare Elon Musk quanto vale. La decisione della Corte è sbagliata e faremo appello», si legge.

Il super-bonus, che al momento ha superato i 100 miliardi di dollari in valore per il boom del titolo Tesla, era stato portato in tribunale da titolari di azioni della società automobilistica che avevano contestato l'eccessiva influenza di Musk nel 2018 al momento di stabilire il pacchetto e pochi mesi dopo al momento del voto dell'assemblea degli azionisti di Tesla. McCormick ha anche assegnato ai querelanti 345 milioni di dollari di danni, per compensarli della mancata opportunità di prendere una decisione ponderata. In ogni caso Musk rimane la persona più ricca del mondo, grazie anche al forte aumento del titolo Tesla dopo la vittoria di Trump, dovuto alla vicinanza di Musk al presidente eletto degli Usa. E le future normative su veicoli completamente autonomi potrebbero infatti avvantaggiare i robotaxi di Tesla, che ha ora superato i 1.100 miliardi di capitalizzazione.

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