martedì 18 marzo 2025
Ora la piccola è stata affidata a una famiglia. Nata in agosto, era stata consegnata dalla madre a una coppia di connazionali e trasportata in nave in Italia. Arrestata la coppia che la custodiva
Un reparto di neonatologia

Un reparto di neonatologia - IMAGOECONOMICA

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È arrivata in Italia dentro una busta della spesa e come una merce è stata trattata fin dalla sua nascita. Aisha (nome di fantasia) è stata partorita in Marocco, probabilmente ceduta dalla madre (ma su questo sono in corso accertamenti) e trasportata come un pacchetto per essere venduta in Europa, a chissà chi e chissà a che prezzo. Ma il piano è andato all’aria perché qualcuno non è rimasto indifferente e ha capito che quella neonata non si trovava nel posto giusto. La piccola oggi è al sicuro, affidata a una famiglia che se ne sta prendendo cura finché non si chiariscono i contorni di questa triste vicenda e, in caso, se ne decreti l’adottabilità.

L’operazione “Save the baby”, coordinata dalla procura di Torino, è avvenuta il 12 marzo ma è stata resa nota solo oggi. Tutto è iniziato qualche settimana prima, grazie a una segnalazione: due cittadini marocchini, un uomo e una donna, che vivono in città stavano accudendo una neonata che palesemente non faceva parte di quel nucleo. E in effetti era così. Le indagini hanno permesso di ricostruire i fatti. Aisha, nata lo scorso agosto in Marocco, non viveva con i genitori naturali. Era stata fatta arrivare in Italia in modo illegale, e la coppia di marocchini la stava custodendo finché i trafficanti, marito e moglie, non avessero trovato qualcuno a cui cederla in cambio di denaro. Sentendosi sotto controllo, la banda, spiegano gli inquirenti, con ogni probabilità stava organizzando in tutta fretta il trasferimento della bambina all’estero, in modo che non fosse trovata in caso di perquisizione dell’abitazione e che facesse poi perdere le sue tracce.

Ma gli agenti della Squadra mobile di Torino sono arrivati prima: hanno fatto irruzione nell’appartamento e hanno preso in custodia Aisha. La bambina è stata portata in ospedale e i medici hanno accertato il suo buono stato di salute. I rischi corsi dalla piccola però non sono stati indifferenti: dalle indagini si è capito che Aisha era stata ceduta dalla madre naturale in Marocco a una coppia di connazionali, marito e moglie, e trasportata senza essere registrata nella lista dei passeggeri su un traghetto partito da Tangeri con destinazione Italia, nascosta in una busta della spesa. Il viaggio, «particolarmente lungo» è stato traumatico per la bambina, tanto che la Polizia parla di «scompensi alla salute». La donna che aveva preso in carico la bambina insieme al marito, all’arrivo a Torino ha portato la bambina a una visita di controllo in un ospedale cittadino, evidentemente mentendo sulla propria parentela.

Le persone coinvolte in questa turpe compravendita sono quattro: la coppia che ha preso in consegna la neonata in Marocco, fermata dalla polizia con l’accusa di averla introdotta illegalmente in Italia violando il Testo unico sull’immigrazione, e i due connazionali, un uomo e una donna, che l’hanno custodita a Torino, arrestati in flagranza di reato e accusati di favoreggiamento personale.

Restano da comprendere gli ultimi tasselli: a chi era destinata la piccola Aisha? Chi sarebbe stato disposto a pagare per avere un figlio? E soprattutto: la madre naturale in Marocco era d’accordo con la compravendita della neonata o è stata raggirata, o, ancora, si trova in una situazione di tale povertà da vedere nella cessione della sua bambina una via d’uscita? Tutte domande che la polizia di Torino, con i magistrati che seguono il caso, dovranno cercare di chiarire. Intanto Aisha, ignara di tutto, cresce finalmente al sicuro tra le braccia di una famiglia affidataria.

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