lunedì 28 agosto 2017
Il quarantenne, già in carcere per due omicidi nel 2014 in clinica, avrebbe ammesso altre uccisioni a Oldenburg, in Bassa Sassonia. E le indagini lo confermano. Sarà processato di nuovo
Niels Högel, durante il processo del febbraio 2015, dove è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio in clinica di due pazienti (Ansa)

Niels Högel, durante il processo del febbraio 2015, dove è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio in clinica di due pazienti (Ansa)

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Un ex infermiere tedesco è sospettato di avere ucciso altri 84 pazienti rispetto ai due per l'omicidio dei quali era già stato condannato. È quanto hanno riferito gli inquirenti a Oldenburg, in Bassa Sassonia, al termine di tre anni di indagini, secondo quanto riportano i media tedeschi. L'infermiere, oggi 40enne, era stato condannato in due precedenti processi, uno nel 2008 e l'altro nel 2015, per sei reati: cioè appunto due omicidi, due tentati omicidi e un ferimento pericoloso, relativi a una clinica di Delmenhorst. I media tedeschi sottolineano che, se l'ipotesi investigativa venisse confermata, si tratterebbe probabilmente del più grande crimine commesso da una sola persona nel dopoguerra. Le uccisioni sarebbero avvenute negli ospedali di Delmenhorst e Oldenburg nell'arco di tempo compreso fra il 1999 e il 2005.

La confessione in tribunale

Niels Högel, questo è per esteso il nome dell'infermiere, secondo quanto riporta la Bild, stando a quanto è emerso ha somministrato ai pazienti dei farmaci che provocavano scompensi cardiaci o un collasso circolatorio; a quel punto lui interveniva per rianimare i pazienti, presentandosi così come eroe agli occhi dei colleghi. Non sempre tuttavia la rianimazione riusciva. L'infermiere si trova già agli arresti perché sta scontando una condanna all'ergastolo per i primi casi provati: ma nel corso del processo è emerso che gli omicidi erano più numerosi, così sono stati avviati altri accertamenti. A gennaio del 2015, infatti, secondo quanto riporta la Frankfurter Allegemeine Zeitung, fu lo stesso infermiere a confessare in tribunale di avere iniettato alte dosi dei medicinali in questione a 90 pazienti, 30 dei quali erano poi morti. Della vicenda si è occupata una commissione speciale della polizia, soprannominata 'Cardio', che ha analizzato centinaia di cartelle cliniche e ha fatto riesumare oltre 100 cadaveri per verificare la presenza di resti dei farmaci iniettati dall'infermiere.

«Le vittime potrebbero essere ancora di più»

Il capo della polizia di Oldenburg, Johann Kühme, segnala che le vittime potrebbero essere ancora di più di quanto si creda, dal momento che molti pazienti sono stati cremati. "Le conclusioni che abbiamo potuto trarre sono terrificanti, vanno al di là di ogni immaginazione", ha affermato Kühme.

L'attenzione degli inquirenti, però, si concentra anche su due medici e un caporeparto, che dovranno affrontare l'accusa di omicidio volontario per omissione. Dal momento che molti pazienti morirono durante i turni di Niels, infatti, in entrambi gli ospedali in cui ha lavorato, cioè quelli di Oldenburg e Delmenhorst, c'erano voci di corridoio. "Gli omicidi si sarebbero potuti evitare", ha dichiarato Kühme. Alla luce dei nuovi casi scoperti ci sarà un nuovo processo, spiega la Sueddeutsche Zeitung, sottolineando che questo non porterà cambiamenti alla durata della detenzione, dal momento che l'uomo sta già scontando un ergastolo.


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