«Questo 9 luglio è un primo passo e una rinascita per la Turchia». Accolto a Istanbul da centinaia di migliaia di sostenitori Kemal Kilicdaroglu ha aperto così la più grande manifestazione dell'opposizione turca degli ultimi anni. «Siamo più di un milione», hanno affermnato gli organizzatori. Una distesa umana che ha riempito la grande piazza di Maltepe, ultima tappa dei 430 chilometri della «marcia per la giustizia» iniziata quasi un mese fa ad Ankara. Da lì, il giorno dopo l'arresto del deputato del partito socialdemocratico Chp, Enis Berberoglu, era partito il cammino di protesta contro il presidente Recep Tayyip Erdogan. Un'iniziativa che passo dopo passo si è trasformata in una «marcia per i diritti di tutti».
Kilicdaroglu, il leader calmo che chiede «diritto e giustizia»
«Diritto, legge, giustizia», è lo slogan che i manifestanti hanno scandito di continuo, in code lunghe diversi chilometri. Il leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu ha parlato per un'ora sotto un sole cocente lanciando la sfida di «riportare la giustizia in Turchia» dopo il «golpe civile del 20 luglio», vale a dire le maxi-purghe decise con lo stato d'emergenza, con oltre 50milaarresti e 150mila epurazioni. Kilicdaroglu ha ricordato che «in galera ci sono giornalisti e deputati» invitando così la Corte costituzionale a restare indipendente. Come d'abitudine, non nomina direttamente Erdogan. La manifestazione si è svolta tra imponenti misure di sicurezza, con 15mila agenti schierati, mezzi blindati e rigidi controlli.
Tra una settimana l'anniversario del golpe
A una settimana dall'anniversario del fallito golpe, che il governo di Ankara si prepara a celebrare in grande stile, con decine di eventi in tutto il Paese, è la sfida più significativa al monopolio delle piazze di Erdogan. Tra manifestazioni vietate, stato d'emergenza e allarmi terrorismo, negli ultimi anni i raduni di massa erano stati appannaggio quasi esclusivo del popolo del presidente.