Un'immagine da una campagna a favore del diritto delle donne saudite a poter guidare. Era l'anno 2011 (Change.org)
Cade un altro dogma in Arabia Saudita. Con un decreto, re Salman bin Abdul-Aziz ha deciso di autorizzare le donne a guidare l’auto. Uno sviluppo che era considerato improbabile nel conservatore Regno wahhabita (che segue l’interpretazione più intransigente dell’islam sunnita).
Dietro all’iniziativa, ci sarebbe l’erede al trono, il potentissimo principe Mohammed bin Salman (conosciuto con le iniziali, MbS), 32 anni, considerato un modernizzatore e autore del progetto “Vision 2030” per rendere progressivamente Riad meno petro-dipendente. Il decreto non parla di effetto immediato, ma incarica «una commissione di alto livello», formata da esperti dei ministeri dell’Interno, Finanze, Lavoro e Sviluppo sociale, di esaminare gli strumenti atti ad applicare le disposizioni del codice della strada, «compresa l’emissione di patenti a maschi e femmine».
Il decreto parla di una «maggioranza» nel seno del Consiglio dei grandi ulema, la suprema autorità religiosa del Paese, favorevole a togliere il divieto. La commissione avrà 30 giorni per riferire alle autorità e l’autorizzazione entrerà in vigore il prossimo 24 giugno 2018. La decisione di re Salman arriva a pochi giorni dal siluramento di un imam che aveva difeso in pubblico lo storico divieto asserendo che le donne non devono guidare «perché hanno un quarto di cervello». Diverse donne saudite hanno sfidato in passato tale divieto – l’unico al mondo – andando incontro a severe condanne.