C'è l'accordo fra Londra e Bruxelles sui termini dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. "È stato un negoziato difficile, ma ora abbiamo una prima svolta, sono soddisfatto dell'accordo equo che abbiamo raggiunto con la Gran Bretagna", ha dichiarato poco prima dello 8 di questa mattina il presidente della Commissione Jean Claude Juncker.
Dopo una notte di negoziati, oggi 8 dicembre la premier britannica Theresa May e il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, hanno annunciato la firma di un documento di 15 pagine che permetterà ai 27 Paesi europei, nel summit della prossima settimana, di acconsentire al passaggio alla fase due dei negoziati, quella dedicata alla futura relazione tra Gran Bretagna e Europa.
L’annuncio del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha risvegliato di soprassalto la politica all’inizio del lungo fine settimana dopo l'incontro alle 7 del mattino con la premier britannica Theresa May, precipitatasi all’alba a Bruxelles. Una accelerazione improvvisa del negoziato sulla Brexit, preannunciato quando nella notte il portavoce della Commissione Ue, Margherita Sachman, aveva avvertito di “tenere i cellulari accesi”.
"È stato un negoziato difficile, ma ora abbiamo una prima svolta, sono soddisfatto dell'accordo equo che abbiamo raggiunto con la Gran Bretagna", ha aggiunto Juncker. Per la Commissione Ue c’è stato fatto un "progresso sufficiente" sui diritti dei cittadini, il "conto" economico del divorzio e la questione irlandese in questa prima fase dei negoziati sulla Brexit. Ora spetta al Consiglio europeo del 14- 15 dicembre, fra i Ventisette Paesi dell’Ue, approvare la fase uno per dare il via libera alla seconda fase dei negoziati per stabilire le relazioni future dell'Ue con la Gran Bretagna.
Soddisfatta Theresa May che, in un momento di forte difficoltà politica, incassa finalmente un successo: "Abbiamo lavorato duro" per arrivare a un accordo sulla Brexit, "non è stato facile per entrambe le parti", ma ora ci siamo.
Cosa prevede il primo accordo e quali ostacoli sono stati superati?
L’accordo riguarda tre grandi questioni di cui si è parlato nella prima fase dei negoziati: i soldi che il Regno Unito dovrà dare all’Unione Europea per gli impegni economici che aveva già preso prima del referendum su Brexit; la situazione dei cittadini di altri Paesi dell’Unione Europea residenti nel Regno Unito; e il confine tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord, che era la questione più spinosa.
Per quanto riguarda i cittadini britannici, compresi i figli e le mogli, che vivono in un Paese Ue e i cittadini europei che vivono in Gran Bretagna l'accordo prevede che chi ha documenti di residenza permanenti ne riceverà di nuovi senza alcun onere. Questi cittadini potranno essere assenti dal Paese di residenza fino a 5 anni senza perdere i loro diritti. Un trattamento uguale deve essere riservato ai diritti che riguardano la sicurezza sociale, l’assistenza sanitaria, l’occupazione e l’educazione.
Per quanto riguarda il “conto” economico del divorzio, si tratta di "un'intesa equa per i contribuenti britannici che consentirà di investire di più nelle priorità nazionali", ha dichiarato May. Un accordo da molti già definito “storico” per cui Londra è chiamata a sborsare dai 40 ai 45 miliardi di euro. Il costo economico dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue sarà calcolato come una percentuale del budget comunitario del 2014 – 2020, contribuendovi come se Londra rimanesse nell’Ue fino al 2020. Il Regno Unito, in base a questo accordo, continuerà a partecipare ai programmi finanziati dall’Ue nel bilancio 2014 -2020 fino alla loro chiusura.
Sul nodo critico dello status dell'Irlanda del Nord - e in particolare sul confine tra le due Irlande, scoglio che aveva fatto temere il fallimento dell'accordo tra Unione europea e Gran Bretagna - si è trovata una mediazione: May ha spiegato che tra l’Irlanda e l’Irlanda del Nord non ci sarà un «confine rigido» e non sarà eretta una «frontiera fisica». "Il Regno Unito è d'accordo che l'Irlanda del Nord mantenga una pieno allineamento con il mercato unico e l'unione doganale", ha precisato il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit, Michel Barnier, presentato la dichiarazione congiunta siglata oggi con Londra.
Che cosa accadrà dopo questa prima fase di negoziati tra Gran Bretagna e Ue?
"È stato un negoziato difficile, ma ora abbiamo una prima svolta, sono soddisfatto dell'accordo equo che abbiamo raggiunto con la Gran Bretagna", ha dichiarato Juncker. È giunto ora il momento di "guardare al futuro in cui la Gran Bretagna è un amico e un alleato", con un "periodo di transizione", ma "faremo un passo dopo l'altro". Juncker ha sottolineato che "ora ci stiamo tutti muovendo verso la seconda fase" e questo "sulla base di una fiducia rinnovata". May ha commentato il raggiungimento dell’accordo dicendo che arrivare alla situazione attuale ha richiesto "un dare e un ricevere da entrambe le parti". Ora l’accordo dovrà essere accettato singolarmente da ciascun paese membro dell’Unione. L'intesa, se approvata pure dal Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre, apre la strada ai negoziati commerciali.
Theresa May, dopo la firma del documento di 15 pagine che indica pure il percorso per la seconda fase di colloqui, si è detta "ottimista" sullo sviluppo dei negoziati. Ora è giunto il momento di "iniziare i negoziati sul periodo di transizione" per la Brexit ha precisato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk subito dopo l'incontro con Theresa May. La Gran Bretagna, ha aggiunto, "ha chiesto di due anni in cui vuole rimanere membro dell'Unione doganale e del mercato interno, ma questo alle nostre condizioni". E "vogliamo anche iniziare a discutere sulle future relazioni tra Ue e Gran Bretagna".