Steve Bannon, l'uomo che ha spinto Trump alla Casa Bianca è stato «licenzato» (Ansa)
Steve Bannon è «fuori». Dopo settimane di voci su una sua prossima uscita di scena, il controverso capo stratega di Donald Trump, legato alla destra estrema, non fa più parte dalla squadra dell’Amministrazione repubblicana. Licenziato, secondo i più stretti collaboratori del tycoon, che cercano da mesi di liberarsi di lui. Dimessosi, secondo gli amici del fondatore del sito di notizie vicino alla galassia del suprematismo bianco, Breibart. La portavoce della Casa Bianca, Sara Huckabee Sanders, si è limitata a chiarire che ieri sarebbe stato l’ultimo giorno di lavoro di Bannon, considerato uno dei principali teorici del populismo nazionalista adottato dal presidente Usa. «John Kelly (capo di gabinetto della Casa Bianca, ndr) e Steve Bannon l’hanno concordato insieme», ha dichiarato Sanders. Parole che confermano il sempre maggior potere assunto dal generale in congedo dei Marine, Kelly, all’inizio ministro per la Sicurezza Interna, poi chiamato da Trump a sostituire Reince Priebus, licenziato dopo soli 189 giorni nell’incarico. Inoltre a vincere sembra anche la linea impostata dalla figlia Ivanka e dal marito Jared Kushner.
La missione affidata a Kelly è stata invece quella rimettere in ordine nella squadra della Casa Bianca, ed ha ritenuto troppo ingombrante la presenza di un esponente di spicco della cosiddetta Alt-Right (destra alternativa, in realtà estrema). A far decidere il presidente a liberarsi di Bannon sarebbe stato però il sospetto che sia l’autore delle numerose fughe di notizie che hanno imbarazzato l’amministrazione. L’annuncio, a quanto pare, doveva essere dato lunedì scorso, ma tutto è stato rinviato dopo l’uccisione sabato scorso di una donna ed il ferimento di altre 19 persone esponenti della sinistra a Charlottesville in Virginia, ad opera del neonazista, James Field.
"La presidenza Trump per la quale abbiamo combattuto e vinto è finita". Ha detto Steven Bannon in una intervista concessa ieri al Weekly Standard a poche ore dall'annuncio del siluramento: Abbiamo ancora un enorme movimento e faremo parte di questa presidenza Trump. Ma quella presidenza è finita. Sarà qualcos'altro. Ci saranno ancora battaglie, giorni buoni e giorni brutti, ma la presidenza è finita", ha aggiunto confermando di tornare al timone di Breitbart, sito di destra di cui era ad fino allo scorso agosto. "Il 7 agosto ho parlato con John Kelly (il capo di gabinetto della Casa Bianca, ndr) e con il presidente, e ho detto loro che le mie dimissioni sarebbero state efficaci dal lunedì successivo, il 14 - ha detto - Avevo sempre programmato di restare un anno. Voglio tornare a Breitbart".