“I terroristi hanno cercato un contatto con i militari e le istituzioni. Hanno girato e diffuso un video in cui p. Teresito Soganub, detto p. Chito, uno del gruppo dei circa 15 ostaggi cattolici, lancia un appello al presidente Duterte chiedendo la fine dei bombardamenti e dell’attacco a Marawi. Come prevedibile, i militanti ora sono in difficoltà, sono con le spalle al muro. Siamo felici di vedere che p. Chito, vicario di Marawi, è vivo, ma abbiamo paura per la sorte degli ostaggi, circa 200 civili in tutto, ora usati come scudi umani”: è quanto dice all’Agenzia Fides il vescovo di Marawi, Edwin de la Pena, esprimendo tutta la sua preoccupazione per questa fase delicata della crisi in corso a Marawi, città sull’isola di Mindanao.
Fonti locali riferiscono anche di uccisioni e decapitazioni da parte degli islamisti. «Spero che il governo agirà con saggezza e prudenza così da evitare uno spargimento di sangue», commenta ad Aiuto alla Chiesa che soffre il missionario del Pime padre Sebastiano D’Ambra, che da Zamboanga, un’altra città di Mindanao, racconta come i terroristi islamici abbiano rapito i cristiani e dato fuoco alla cattedrale. «Probabilmente – osserva – la loro intenzione è quella di utilizzare i fedeli come merce di scambio, per convincere i militari a ritirarsi».