"La lotta contro la fame torna indietro di
decenni a causa dei cambiamenti climatici e l'attuale sistema
alimentare è del tutto inadeguato ad affrontare la sfida. Senza
un'azione urgente per ridurre le emissioni di gas serra, le
conseguenze saranno devastanti: si stima, per esempio che
potrebbero esserci 25 milioni di bambini in più malnutriti sotto
i cinque anni nel 2050". È l'allarme lanciato oggi da Oxfam
mentre i governi di tutto il mondo sono riuniti in Giappone per
discutere il nuovo rapporto dell'Ipcc (il Gruppo intergovernativo
di esperti sui cambiamenti climatici), da cui emerge che "il
riscaldamento globale avrà un impatto sulla disponibilità di
cibo ben più grave del previsto".
"Tutti i paesi sono impreparati ad
affrontare l'impatto dei cambiamenti climatici e esiste un grande
divario tra ciò che i governi stanno facendo e ciò che
dovrebbero fare per rendere sicuro il nostro sistema alimentare",
rileva il nuovo studio di ricerca di Oxfam, 'Un clima che affama:
come impedire che i cambiamenti climatici facciano deragliare la
lotta alla famè, che dà i voti ai governi per la loro azione su
10 dimensioni chiave nella lotta alla fame e al cambiamento
climatico.
Adattamento climatico - "Se i governi agissero sui cambiamenti
climatici, si potrebbe sradicare la fame nel prossimo decennio e
garantire cibo ai nostri figli e nipoti per la seconda metà del
secolo. Per finanziare l'adattamento climatico, per esempio, non
servono grandissime risorse- aggiunge Elisa Bacciotti, direttrice
Campagne di Oxfam Italia- ai paesi più poveri servono circa 100
miliardi di dollari all'anno - che è appena il 5% del patrimonio
delle 100 persone più ricche del mondo".