Di "fronte alla sempre più concreta minaccia di una guerra mondiale", il Papa propone una "diplomazia della speranza, di cui tutti siamo chiamati a farci araldi, affinché le dense nubi della guerra possano essere spazzate via da un rinnovato vento di pace". In questo Giubileo bisogna dunque "superare la logica dello scontro e abbracciare invece la logica dell’incontro". Francesco lo ha scritto nel discorso al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, che questa mattina non ha potuto leggere perché ha detto, soffre ancora di una forma di raffreddore (il testo è stato letto da monsignor Filippo Ciampanelli) e dopo il saluto del decano del Corpo Diplomatico, Georges Poulides, ambasciatore di Cipro presso la Santa Sede).
Puntuale anche la disamina dei pericoli derivanti dalle nuove tecnologie. "Il moderno progresso scientifico, specialmente nell'ambito informatico e della comunicazione, porta con sé indubbi vantaggi per l'umanità. Ci consente di semplificare molti aspetti della vita quotidiana, di rimanere in contatto con le persone care anche se sono fisicamente distanti, di rimanere informati e di aumentare le nostre conoscenze". "Tuttavia - ha sottolineato -, non se ne possono tacere i limiti e le insidie, poiché spesso contribuiscono alla polarizzazione, al restringimento delle prospettive mentali, alla semplificazione della realtà, al rischio di abusi, all'ansia e, paradossalmente, all'isolamento, in particolare attraverso l'uso dei social media e dei giochi online". Allo stesso modo bisogna fare attenzione all'intelligenza artificiale. Il suo incremento "amplifica le preoccupazioni relative ai diritti di proprietà intellettuale, alla sicurezza del lavoro per milioni di persone, al rispetto della privacy e alla protezione dell'ambiente dai rifiuti elettronici (e-waste)". C'è anche il pericolo di "un allineamento a interessi commerciali, che genera una cultura radicata nel consumismo".
Netta anche la condanna dell'antisemitismo. "Effettivamente non c'è vera pace se non viene garantita anche la libertà religiosa, che implica il rispetto della coscienza dei singoli e la possibilità di manifestare pubblicamente la propria fede e l'appartenenza ad una comunità. In tal senso preoccupano molto le crescenti espressioni di antisemitismo, che condanno fortemente e che interessano un sempre maggior numero di comunità ebraiche nel mondo".
Non è mancato poi il riferimento al conflitto russo-ucraino. "Il mio auspicio per questo 2025 è che tutta la Comunità internazionale si adoperi anzitutto per porre fine alla guerra che da quasi tre anni insanguina la martoriata Ucraina e che ha causato un enorme numero di vittime, inclusi tanti civili. Qualche segno incoraggiante è apparso all'orizzonte, ma molto lavoro è ancora necessario per costruire le condizioni di una pace giusta e duratura e per sanare le ferite inflitte dall'aggressione".
Il Papa ha quindi rivolto il suo pensiero "ai diversi conflitti che persistono nel continente africano, in modo particolare nel Sudan, nel Sahel, nel Corno d'Africa, in Mozambico, dove c'è una grave crisi politica in atto, e nelle regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, dove la popolazione è colpita da pesanti carenze sanitarie e umanitarie, aggravate talvolta dalla piaga del terrorismo, che provocano perdite di vite umane e lo sfollamento di milioni di persone".
Le guerre vengono fomentate dal commercio delle armi. Francesco è anche tornato su uno dei temi che gli stanno più a cuore. "Reitero stamani l'appello affinché con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa. La guerra è sempre un fallimento! Il coinvolgimento dei civili, soprattutto bambini, e la distruzione delle infrastrutture non sono solo una disfatta, ma equivalgono a lasciare che tra i due contendenti l'unico a vincere sia il male"
Per quanto riguarda la Siria, "la Comunità internazionale la aiuti ad essere terra di convivenza pacifica dove tutti i siriani, inclusa la componente cristiana, possano sentirsi pienamente cittadini e partecipare al bene comune di quella cara Nazione". E sul Libano il Papa ha auspicato "che il Paese, con l'aiuto determinante della componente cristiana, possa avere la necessaria stabilità istituzionale per affrontare la grave situazione economica e sociale, ricostruire il sud del Paese colpito dalla guerra e implementare pienamente la Costituzione e gli Accordi di Taif".
Al centro del discorso anche il tema delle migrazioni. Francesco ha espresso "grande sconforto" perché "le migrazioni sono ancora coperte da una nube scura di diffidenza, invece di essere considerate una fonte di accrescimento. Si considerano le persone in movimento solo come un problema da gestire. Esse non possono venire assimilate a oggetti da collocare, ma hanno una dignità e risorse da offrire agli altri; hanno i loro vissuti, bisogni, paure, aspirazioni, sogni, capacità, talenti. Solo in questa prospettiva si potranno fare passi avanti per affrontare un fenomeno che richiede un apporto congiunto da parte di tutti i Paesi, anche attraverso la creazione di percorsi regolari sicuri". E' anche "fondamentale un impegno comune a investire nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, per contribuire a sradicare alcune delle cause che inducono le persone a emigrare".
Toccata anche la piaga delle forme di sfruttamento sul lavoro. "Troppe persone vivono schiave del proprio lavoro, trasformato da mezzo in fine della propria vita, e spesso sono schiave di condizioni lavorative disumane, in termini di sicurezza, orari di lavoro e salario". Occorre, dunque, "adoperarsi per creare condizioni degne di lavoro e perché il lavoro, di per sé nobile e nobilitante, non diventi un ostacolo per la realizzazione e la crescita della persona umana", ha sottolineato il Pontefice aggiungendo che "nello stesso tempo, e necessario garantire che esistano effettive possibilità di lavoro, specialmente laddove una diffusa disoccupazione favorisce il lavoro nero e conseguentemente la criminalità". E in tema di schiavitù, esiste, ha ricordato papa Bergoglio, anche quella "orribile" delle tossicodipendenze, che colpisce specialmente i giovani. "E' inaccettabile vedere quante vite, famiglie e Paesi, vengono rovinati da tale piaga, che sembra dilagare sempre piuù, anche per l'avvento di droghe sintetiche spesso mortali, rese ampiamente disponibili dall'esecrabile fenomeno del narcotraffico".
Francesco ha anche auspicato il rispetto del diritto umanitario. E ha fatto appello per un recupero dello "spirito di Helsinki, con il quale gli Stati contrapposti e considerati nemici sono riusciti a creare uno spazio d'incontro, e non abbandonare il dialogo come strumento per risolvere i conflitti". Le istituzioni multilaterali "non sembrano più in grado di garantire la pace e la stabilità, la lotta contro la fame e lo sviluppo per i quali erano state create, né di rispondere in modo davvero efficace alle nuove sfide del XXI secolo, quali le questioni ambientali, di salute pubblica, culturali e sociali, nonché le sfide poste dall'intelligenza artificiale. Molte di esse necessitano di essere riformate, tenendo presente che qualsiasi riforma deve essere costruita sui principi di sussidiarietà e solidarietà e nel rispetto di una sovranità paritaria degli Stati, mentre duole constatare - sottolinea Papa Francesco che c'è il rischio di una monadologia e della frammentazione in like-minded clubs che lasciano entrare solo quanti la pensano allo stesso modo".
Infine il Papa ha rivolto un grazie "alle Autorità italiane, nazionali e locali, per l'impegno che hanno profuso per preparare Roma al Giubileo. Il lavoro incessante di questi mesi, che ha recato non pochi disagi, viene ora ripagato dal miglioramento di alcuni servizi e spazi pubblici, così che tutti, cittadini, pellegrini e turisti, possano godere ancor più delle bellezze della Città eterna". "Ai romani - ha aggiunto il Pontefice -, noti per la loro ospitalità, rivolgo un pensiero particolare, ringraziandoli per la pazienza che hanno avuto negli ultimi mesi e per quella che avranno nell'accogliere i numerosi visitatori che giungeranno. Desidero, altresì, rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le Forze dell'ordine, alla Protezione Civile, alle autorità sanitarie e ai volontari che si prodigano quotidianamente per garantire la sicurezza e un sereno svolgimento del Giubileo".