La presenza della Nato «sarà più visibile a est». A lanciare la sfida è il segretario generale dell’Alleanza Atlantica,
Anders Fogh Rasmussen, che ha anticipato i temi caldi del vertice Nato che si terrà giovedì e venerdì prossimi in Galles. La Nato, ha fatto sapere Rasmussen, darà vita a una forza di reazione rapida forte (Rap, Readiness Action Plan) composta da almeno 4mila tra soldati e forze speciali in grado di essere schierata entro 48 ore in qualsiasi Stato membro dell’Alleanza a sua difesa come una «punta di lancia». Si tratterà di un’unità in grado di «viaggiare leggera ma di colpire pesantemente», sostenuta da forze aeree e navali. E a chi chiede se tale forza potrà «impressionare» Putin, Rasmussen ha replicato: «Lo scopo della forza è quello di far sì che ogni potenziale aggressore sappia che siamo pronti a rispondere rapidamente se necessario».Venerdì sarà presa anche la decisione sulle nuove sanzioni, decise sabato scorso dai capi di Stato e di governo europei in mancanza di segnali di de-escalation del conflitto in Ucraina. Lo ha precisato il ministro degli Esteri
Federica Mogherini durante la presentazione al Parlamento europeo delle priorità del semestre italiano di presidenza del Consiglio Ue. Il ministro ha anche detto che la Commissione pensa di colpire la Russia in quattro settori, tra cui difesa, finanza e tecnologie a doppio uso, civile e militare. In particolare si sta valutando di ampliare il divieto di ottenere prestiti o raccogliere capitali in Europa a tutte le società russe a controllo statale e non solo alle banche e di vietare l'ingresso in Europa al ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. La Mogherini ha poi affermato che "la partnership strategica con la Russia" è finita per "scelta di Mosca" a causa del conflitto in Ucraina. La situazione sta diventando sempre più drammatica, ma la soluzione va cercata nella politica, ha aggiunto il ministro.Il progetto di un dispiegamento Nato non ha lasciato indifferente Mosca: oggi un lato responsabile militare ha detto che la Russia modificherà la sua "dottrina militare" tenendo presente il comparire di nuove minacce ed in particolare il rafforzamento della Nato alle sue frontiere. ;"Tutto dimostra la volontà delle autorità degli Stati Uniti e della Nato di proseguire nella loro politica di deterioramento delle relazioni con la Russia", ha detto
Mikhail Popov, vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo. Ieri era stata la Germania ad usare parole pesanti contro Mosca. "La Russia ha messo fine di fatto alla partnership con l'Europa", ha detto il presidente tedesco,
Joachim Gauck, a Danzica, in Polonia, dove ha partecipato alla commemorazione dell'inizio della Seconda GuerraMondiale. Gauck, che ha evocato un conflitto armato ai confini dell'Europa, ha sottolineato: "Noi sosteniamo delle relazioni di buon vicinato con la Russia, ma a condizione che Mosca cambi la sua politica e che vi sia un ritorno al rispetto del diritto dei popoli". La stessa Merkel aveva detto che uno scontro tra Kiev e Mosca non "è un conflitto interno all'Ucraina". Una "grande guerra" con la Russia è alle porte e potrebbe provocare "decine di migliaia" di morti. Una guerra come non la vediamo dal secondo conflitto mondiale", ha rincarato la dose dal canto suo il ministro della Difesa ucraino
Valeriy Geletey. La diplomaziaNonostante l'escalation della tensione, rappresentanti russi e ucraini a Minsk stanno cercando un via d'uscita al conflitto con la mediazione dell'Osce. I filo-russi hanno chiesto il riconoscimento di uno "status speciale" per le regioni orientali dell'Ucraina e la fine dell'offensiva dell'esercito di Kiev.
Gli scontriIntanto l'esercito ucraino si è ritirato dall'aeroporto di Lugansk, sotto l'incalzante offensiva dei ribelli filo-russi. Per Kiev, Mosca è coinvolta in maniera diretta negli scontri: anche nei combattimenti all'aeroporto di Lugansk, roccaforte ribelle e città-chiave, è stato decisivo, secondo Kiev, l'apporto delle forze russe, in particolare un battaglione di blindati.
L'allarme dell'Acnur sui profughiIl numero dei profughi interni a causa della guerra in Ucraina è quasi raddoppiato nelle ultime tre settimane, toccando quota 260 mila, ma il numero è destinato a salire perché molte persone sono ancora in fuga dalle loro case. Lo comunica l'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr). "Visto il perdurare della battaglia a Donetsk, Luhansk e nel distretto a sud di Donetsk, siamo preoccupati circa il rischio di un ulteriore esodo", ha detto Vincent Cochetel, direttore dell'ufficio dell'Unhcr per l'Europa, durante un briefing per la stampa a Ginevra. Agli sfollati interni si sommano gli Ucraini giunti in Russia. Dall'inizio dell'anno, più di 121mila ucrani hanno richiesto lo status di rifugiati alla Russia e altri 138mila hanno fatto domanda per altre forme di permessi di residenza, ha detto un portavoce dell'Unhcr. Ma un numero ancora più alto di Ucraini giunge in Russia nell'ambito del regime di esenzione dei visti. Secondo le autorità russe - ha detto l'Unhcr - circa 814mila ucraini sono entrati in Russia dall'inizio dell'anno. Quest'ultimo dato include anche le persone che hanno richiesto asilo o altre forme di permesso di residenza.