giovedì 20 marzo 2014
​Essere o non essere russo? È il dilemma che dovranno risolvere, entro un mese da oggi, tutti gli abitanti di Crimea che non sono di etnia russa, ossia i 350 mila ucraini (che in gran parte considerano il russo come loro lingua madre) e i circa 290-300 mila tatari di Crimea, in maggioranza filo Kiev.
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Essere o non essere russo? È il dilemma che dovranno risolvere, entro un mese da oggi, tutti gli abitanti di Crimea che non sono di etnia russa, ossia i 350 mila ucraini (che in gran parte considerano il russo come loro lingua madre) e i circa 290-300 mila tatari di Crimea, in maggioranza filo Kiev. Con il rischio, nel caso vogliano mantenere l'attuale cittadinanza ucraina, che si crei una situazione analoga a quella della ex repubblica sovietica della Lettonia, dove resta irrisolta la questione dei russofoni che da oltre 20 anni sono tecnicamente senza cittadinanza perché si rifiutano di affrontare l'esame di lingua lettone. Questione che Mosca ha ripetutamente denunciato.Dopo la ratifica del trattato di annessione di oggi alla Duma, tutti gli abitanti di Crimea saranno considerati di nazionalità russa. Per rifiutarla, dovranno fare una richiesta ufficiale alle autorità entro 30 giorni. In teoria nessuno potrà mantenere la doppia cittadinanza, consentita dalla costituzione russa ma che la legge ucraina vieta e punisce con una multa di 1700 grivnie (170 dollari). In febbraio, inoltre, dopo la deposizione del presidente Ianukovich, un gruppo di deputati ha presentato al parlamento ucraino un progetto di legge che trasforma la doppia cittadinanza in reato penale, punendola con una multa analoga a quella attuale per i normali cittadini ma con la detenzione sino a 10 anni per i dirigenti pubblici.Nei giorni scorsi il ministro della Giustizia ucraino Pavel Petrenko aveva invitato gli abitanti della Crimea a non consegnare i passaporti ucraini: "Siete cittadini ucraini e al momento siete stati presi in ostaggio da invasori". Resta ancora da chiarire quale sarà lo status legale di quanti vorranno mantenere il loro passaporto ucraino e se dovranno lasciare la regione. Il premier di Crimea Serghiei Aksionov aveva detto la scorsa settimana che, sebbene le autorità locali non obblighino i residenti a consegnare i passaporti ucraini, "tutti comunque dovranno ottenere un passaporto russo", altrimenti - aveva aggiunto - non potranno ricevere stipendi, pensioni e benefici sociali. Un analista politico di Mosca, Alexander Kinev, prevede che il 15% o 20% dei circa 2 milioni di residenti in Crimea potrebbero rifiutare la nuova cittadinanza russa ma non potrebbero essere deportati da Mosca: in tal modo nascerebbe una minoranza di "non cittadini". Come in Lettonia.
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