martedì 21 agosto 2012
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Il ministero degli Esteri giapponese ha confermato ufficialmente la morte ad Aleppo di una connazionale, la giornalista Mika Yamamoto di 45 anni, che lavorava per la piccola agenzia di stampa indipendente Japan Press: a identificarla è stato un collega che si trovava insieme a lei, Kazutaka Sato.La donna, prima cittadina di Tokyo e quarta reporter straniera a perdere la vita nel conflitto in Siria, era una veterana del giornalismo di guerra, con esperienze in Afghanistan e Iraq, dove nel 2003 sfuggì per miracolo al bombardamento del 'Palestine Hotel' di Baghdad da parte di un carro armato americano: per quel reportage fu insignita del premio 'Vaughn-Ueedà, sorta di versione nipponica del 'Pulitzer'.Rimasta in mezzo a una sparatoria tra lealisti e ribelli nel quartiere di Suleyman al-Halabi, Yamamoto avrebbe subito una lesione letale da arma da fuoco al collo. Rimane però controversa l'identità degli uccisori. A detta dello stesso Sato, "abbiamo visto un gruppo di persone in tuta mimetica venire verso di noi, sembravano soldati governativi, che hanno poi preso a sparare all'impazzata da una distanza di 20 o 30 metri, forse addirittura più da vicino".Stando invece all'emittente al-Huba, una televisione finanziata dagli Stati Uniti che trasmette in lingua araba, l'autista avrebbe dichiarato che la vettura con a bordo la vittima sarebbe stata assaltata da combattenti che indossavano divise identiche a quelle del Libero Esercito Siriano, braccio armato dell'opposizione costituito in massima parte da disertori.A trasportare Yamamoto in ospedale avrebbero contribuito attivisti dell'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, organizzazione dell'opposizione in esilio con sede in Gran Bretagna, il cui presidente Rami Abdel Rahmane non è stato peraltro in grado di chiarire i dubbi sull'effettiva dinamica dell'accaduto.TROVATO MORTO GIORNALISTA TURCOÈ morto il giornalista turco, da ieri disperso ad Aleppo, di cui non si conoscono però le generalità. Lo riferisce la tv panaraba al Jazira citando fonti dei ribelli, secondo cui il giornalista sarebbe rimasto ferito nella stessa circostanza in cui è stata uccisa la collega giapponese Mika Yamamoto. Secondo il sito della tv panaraba al Hurra, finanziata dal Congresso americano, il reporter Bashar Fahmi, palestinese secondo Rsf, e il cameraman turco Cuneyt Unal erano stati fatti prigionieri da uomini armati ad Aleppo, nel quartiere di Suleiman al Halabi, lo stesso dove ha trovato la morte ieri la loro collega giapponese.I RISCHI PER I GIORNALISTI. Solo la Somalia è più pericolosa della Siria per i giornalisti: lo stima Reporter senza frontiere (Rsf) nel suo barometro sulla libertà di stampa, che elenca 34 reporter uccisi da gennaio in tutto il mondo. In Somalia, sono otto i giornalisti uccisi. In Siria Rsf conta sei reporter uccisi (Mohammad Saeed, Tv di Stato siriana; Marie Colvin, Sunday Times; Remi Ochlik, IP3 Press; Gilles Jacquier, France 2; Shoukri Ahmed Ratib Abu Bourghoul, Al-Thawra; Mika Yamamoto, Japan Press, uccisa ieri ad Aleppo), e30 tra blogger e citizen journalist morti. A questi, se le notizia di al Jazeera venissero confermate, va aggiunto il cameraman di al Hurra, il turco Cuneyt Unal, morto ad Aleppo.All'elenco di Rsf andrebbero aggiunti i siriani Ali Abbas (Sana) e Yusuf al-Bushi (freelance), uccisi ieri, Ramy Al-Sayed (Shaam News Network) morto a Homs lo stesso giorno di Colvin e Ochlik, e i due iracheni Ali Jabburi al Kaaby (Al Riwaa) e Falah Taha (freelance), uccisi a metà luglio. Ci sono poi i reporter e i blogger finiti agli arresti: in Siria sono 30.
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