Cinque giorni dopo la diffusione
del terribile video della barbarica decapitazione del
giornalista James Foley, dalla Siria arriva finalmente una buona
notizia: un altro reporter americano, Peter Theo Curtis, è
stato liberato, quasi due anni dopo che era scomparso nel sud
della Turchia e poi trasferito in territorio siriano.
Curtis, originario di Boston, era stato sequestrato ad
Antakya, nei pressi del confine siriano, nell'ottobre del 2012,
mentre pianifica di andare in Siria. Il 30 giugno scorso era poi
stato diffuso un video in cui lo si poteva vedere con i capelli
e la barba lunghi, ma in discrete condizioni.
Le Nazioni Unite hanno confermato
il loro ruolo nella liberazione del giornalista americano Peter
Theo Curtis in Siria. "Abbiamo facilitato la consegna di
Curtis", si legge in una nota del Palazzo di Vetro secondo cui
il reporter è stato preso in consegna dai caschi blu nel
villaggio di Al Rafid, nelle alture del Golan, alle 18:40 di
oggi, ora locale. "Dopo una visita medica, Curtis è stato
consegnato a rappresentanti del governo americano", conclude la
nota dell'Onu.
La famiglia Curtis esprime grande "sollievo" per la liberazione oggi in Siria del giornalista Usa Theo Curtis, e allo stesso tempo "eterna gratitudine" al governo degli Stati Uniti, quello del Qatar e a tutti coloro che hanno lavorato per fare in modo che Theo potesse tornare a casa. E allo stesso tempo, lancia un "appello ai rapitori degli altri ostaggi affinché li rilascino con lo stesso spirito
umanitario che ha consentito il rilascio di Theo".
"Siamo davvero sollevati nel
sapere che Theo sta bene e finalmente sta tornando a casa, ma
siamo anche profondamente rattristati dalla terribile.
ingiustificata uccisione...di Jim Foley", ha scritto in una nota
la madre di Theo Curtis, Nancy. "Ho conosciuto la famiglia Foley durante questi lunghi mesi di incertezza e preoccupazione e ho visto di prima mano il
coraggio e gli sforzi eroici di Diane Foley, sforzi che hanno
aiutato a rafforzare lo spirito delle famiglie di tutti i
giornalisti e altri ostaggi ancora detenuti".
La Famiglia Curtis non è a conoscenza degli esatti termini
che sono stati negoziati per ottenere il rilascio di Theo,
afferma ancora la signora Curtis, aggiungendo che però le è
stato "ripetutamente detto da rappresentanti del governo del
Qatar che stavano mediando per il rilascio di Theo su basi
umanitarie senza il pagamento di denaro".
Secondo quanto scrive il Nyt, ci sono ancora almeno tre
cittadini americani detenuti dagli jihadisti in Siria, due
uomini e una donna. Uno di loro, Steven Sotloff, compare in
ginocchio nel video della decapitazione di Foley, mentre il boia
incappucciato di nero in piedi accanto a lui, rivolgendosi
direttamente al presidente americano, afferma: "La vita di
questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime
decisioni".