"Abbiamo avuto una linea molto precisa e coerente, vorrei rimanere su questa". "Il discorso è stato molto chiaro per chi lo voleva cogliere, molto ricco, anche con un riferimento positivo al desiderio di riconciliazione e dialogo tra popolo turco e popolo armeno". Così il direttore della sala stampa vaticana,
padre Federico Lombardi, torna sulla polemica e sulla dura reazione suscitata dalle parole del Papa che domenica scorsa ha definito il massacro degli armeni un "genocidio".
"Da parte mia - ha detto ancora Lombardi - o di altri non doveva essere ulteriormente spiegato o difeso: se da parte turca ci sono state reazioni ne prendiamo atto, ma non abbiamo ritenuto il caso di fare una polemica, battibecchi, prendiamo atto che ci sono state reazioni".
"Quello che ha detto il Papa - ha continuato padre Lombardi - mi sembra chiaro come il sole: lo ha detto, lo ha articolato, ha fatto riferimento alla dichiarazione comune di Giovanni Paolo II e Karekin, cioè ha usato il termine genocidio mettendosi in continuità con un uso già compiuto di quella parola, ha sottolineato la contestualizzazione storica, ricordando che era uno di tante altre cose orribili successe nel secolo scorso e che stanno succedendo ancora".
Poi, continuando il discorso il portavoce vaticano ha tenuto a sottolineare: "Ho trovato interessante il tema della commissione storica mista e degli archivi storici di cui ha parlato Erdogan l'altra sera, credo sia una tematica su cui l'evento di domenica ha dato un ulteriore impulso forte per una riflessione, anche nella prospettiva del Papa per una riflessione che coinvolge anche l'attualità, che sia di lezione per la storia e per l'oggi, con l'intenzione e il desiderio di un'ulteriore riflessione e dialogo".
Oggi peraltro
monsignor Raphael Minassian, arcivescovo cattolico di Armenia, Georgia e Russia a Erevan, ha consegnato a PapaFrancesco un libro, un dossier di oltre 1.120 pagine sul genocidiodegli armeni. "Lui lo ha ricevuto commosso e mi ha detto che lapreghiera e la solidarietà umana sono la sua forza", ha detto lo stesso arcivescovo all'AdnKronos. La documentazione riporta fonti storiche ed ecclesiali raccolte in tutto il mondo in questi anni, di tutte le lingue, le culture, le fedi religiose - racconta l'alto prelato -. Comprende pubblicazioni, conferenze, tesi, testimonianze, armene e turche, italiane e francesi, russe e inglesi".