Già in un discorso del 1993
il premio Nobel per la pace anti-apartheid ebbe a dire: «La Chiesa è importante
nella vita di ogni giorno ma uno deve essere stato in una prigione sudafricana
per apprezzare il ruolo cruciale da lei rivestito nel cercare di alleviare
la sofferenza causata dai tribunali governativi».
Non solo: come riporta
The Southern Cross, giornale cattolico sudafricano, Mandela lodò con parole
significative «il ruolo molto importante giocato dalla Chiesa cattolica
nel lottare per la giustizia». Da lui particolarmente apprezzata fu la
figura di Giovanni Paolo II: «È molto conosciuto per essere stato in prima
fila su questo punto».
E nella lettera inedita che The Southern Cross
ha pubblicato nei giorni scorsi (e che qui sotto riproduciamo integralmente)
il paladino anti-apartheid rivendica che la Chiesa cattolica - al di là
delle "lentezze" nel prendere integralmente parte alla lotta contro la
segregazione razziale - ha avuto un «ruolo storico» e la sua presenza è
risultata «formidabile» per costruire un mondo di pace.
Scritta nel 1984
dalla prigione di Pollsmoor, la missiva era indirizzata al neovescovo di
Città del Capo monsignor Stephen Naidoo, di cui Mandela era diventato amico
durante una visita del presule a Robben Island, sede del penitenziario
dove il leader nero fu rinchiuso per decenni.
Mandela ricorda i diversi
sacerdoti cattolici che gli fecero visita mentre era prigioniero: «Nella
lettera egli loda l'impegno della Chiesa sul fronte sociale», scrive Günther
Simmermacher, direttore di The Southern Cross. «Per esempio, furono le
scuole cattoliche le prime, sul finire degli anni Settanta, a sfidare la
segregazione razziale nelle aule. La lettera di Mandela afferma che molti
cattolici fecero un grande lavoro nella lotta contro l'apartheid».
Lorenzo Fazzini
Caro Stephen,
la tua nomina ad Arcivescovo di Città del Capo mi ha fatto
oltremodo piacere e spero sinceramente che accetterai le mie più calorose
congratulazioni così come te le offro.
Senza dubbio sei consapevole del
fatto che nella mia presente situazione non mi sarà possibile esprimermi
come avrei voluto. Mi è sufficiente osservare che questa nomina è un evento
che, ne sono sicuro, sarà ben accolto non solo dai tuoi parenti e amici
più stretti, ma anche dai credenti di differenti confessioni religiose
e da tutti coloro che sono sufficientemente perspicaci per apprezzare il
ruolo innovativo giocato sul piano storico dalla Chiesa in generale, e
in modo particolare la sua formidabile presenza, oggi, nella lotta per
un mondo migliore e fondato sulla pace.
L'elevazione di personalità nere
a posizioni di autorità nella Chiesa è uno sviluppo che possiede un significato
molto più ampio di quello che la gente può cogliere. Da un lato rimuoverà
un problema sensibile che ha più volte colpito le Chiese sudafricane, rendendo
ogni gruppo religioso diviso in se stesso, e ha provocato reazioni forti,
a volte anche violente, incompatibili con gli insegnamenti delle Scritture.
È un passo che arriva con grande ritardo ma che è salutare; spero che
andrà a restringere, e perfino a colmare, l'evidente distanza tra la dottrina
e la pratica, l'idealismo e la realtà - una distanza che sfortunatamente
ha intralciato gli altrimenti magnifici sforzi della chiesa. Sviluppi di
questo tipo, a tempo debito, se non immediatamente, daranno alla chiesa
una diffusione di massa ancora più ampia e solida che, di rimando, le assegnerà
una credibilità e un'immagine migliore.
Conosco il lavoro sociale e di
assistenza cui è associato il tuo nome. La mia speranza che è questi progetti
otterranno vantaggi dalla tua promozione, portando ulteriore speranza e
felicità ai bisognosi.
Non conosco quanto tu sia personalmente coinvolto
nel compito dell'unità della Chiesa. Può darsi che nel tuo nuovo incarico
il raggiungimento di questo obiettivo sarà una delle maggiori sfide che
affronterai. Obiettivamente, vedere cristiani, indù, musulmani e aderenti
ad altre religioni parlare con una sola voce non è un ideale che potrà
compiersi durante il tempo della tua vita. Ma è un obiettivo di valore
da perseguire e credo che in questa direzione si è già tentato un certo
lavoro di scavo. Confido che la tua gioventù e la tua condizione di buona
salute, la tua preparazione e il tuo impegno ti rendano pienamente capace
per questo incarico e per il raggiungimento di questi compiti.
Sarai il
primo a riconoscere che la Chiesa (tutte le denominazioni cristiane) ha
fatto diversi errori, alcuni dei quali molto seri, con conseguenze che
avranno bisogno di generazioni per essere corrette. È avvenuto come in
tutte le istituzioni la cui storia passata consisteva principalmente in
un lavoro da pioniere, dove non c'erano esperienze pregresse né modelli
di riferimento: alcuni, se non tutti, degli errori erano probabilmente
inevitabili. È inutile per me parlarne adesso. È sufficiente dire che questi
sbagli sono stati completamente rimpiccioliti dagli enormi successi conseguiti
e questo è l'aspetto sui quali si concentreranno chi è ottimista e coloro
che devono costruire il futuro.
Una volta ti dissi a Robben Island che
avevo insistito con padre [Brenan] Long per far venire qui il cardinale
[Owen] McCann in modo che potessi avere il piacere di incontrarlo e ascoltare
i suoi discorsi. Sono molto dispiaciuto di lasciare l'isola senza averlo
visto. Quando i mass media hanno dato l'annuncio del tuo arrivo a Mother
City, ho insistito per venirci e alla fine sono stato molto contento che
tu sia venuto. Spero che il cardinale possa godere il ritiro a vita privata
che si è ben guadagnato e che la sua salute sia ragionevolmente buona.
Penso spesso all'arcivescovo [Denis] Hurley [di Durban], in particolare
in questi giorni. Mi piacerebbe che lui lo sapesse. Porta i miei saluti
più vivi a padre Long: sono ansioso di sapere qualcosa della sua salute.
Non vedo l'ora di vedere padre [Arthur] Curry nella sua prossima visita
a Pollsmoor. In conclusione, penso che ti interesserà sapere che ho avuto
la possibilità di leggere i libri che mi hai dato sulla storia della Chiesa
cattolica di Roma, libri che ho trovato molto ben informati e stimolanti.
Ma visto che ho superato il limite concessomi per questa lettera, non farò
altri commenti se non dirti, una volta ancora, maherbani!
Pollsmoor Maximum Prison,
novembre
1984