Gli esperti di sicurezza informatica
americani sospettano che siano stati hacker che lavorano per il
governo russo a violare il sistema informatico della Casa Bianca. È
quanto scrive il Washington Post, precisando che fonti della Casa
Bianca hanno spiegato che l'attacco, che ha avuto come risultato
interruzioni di parte del servizio, non sembra aver danneggiato in
alcun modo il sistema. E che al momento si ritiene che gli hacker non
siano riusciti ad entrare nel sistema riservato, e quindi più
protetto, della Casa Bianca.
Le interruzioni del servizio, hanno spiegato ancora le fonti al
Washington Post, sono state provocate dall'intervento delle squadre di
cybersecurity entrate in azione una volta riscontrata la violazione
del sistema. Le squadre comprendono agenti dell'Fbi, del Secret
Service e della National Security Agency, la Nsa, che stanno indagando
anche per risalire ai responsabili dell'attacco.
Al momento però le fonti della Casa Bianca non si vogliono sbilanciare
su eventuali sospetti, ma fonti del mondo della cybersecurity puntano
il dito contro gli hacker russi. Ed è anche emerso è che è stato un
paese alleato ad avvisare Washington della violazione del sistema che
sarebbe stata scoperta due, forse tre, settimane fa. Negli ultimi mesi, parallelamente all'inasprirsi dei
rapporti con Mosca per la crisi ucraina, esperti privati di sicurezza
informatica hanno identificato attività di cyberspionaggio da parte di
hacker russi che si ritiene siano legati al governo russo. Tra gli
obiettivi di questi attacchi la Nato, il governo ucraino e società che
hanno appalti con il governo americano.
Non è la prima volta che la Russia viene sospettata per attacchi
informatici contro sistemi del governo americano: nel 2008 fu proprio
l'intelligence russa ad essere sospetta di essersi inserita nella
sezione riservata del sistema informatico del Pentagono.
Il nuovo incidente alla Casa Bianca è sicuramente destinato a
raddoppiare gli sforzi per rendere al più presto operativo l'U.S.
Cyber Command, il nuovo comando militare creato con il compito di
difendere i sistemi informatici strategici - quindi non solo quelli
governativi ma anche del settore privato - americani. Il comando, che
avrà entro il 2016 6mila effettivi, potrà anche intraprendere
operazione offensive di cyberwar contro eventuali nemici.