Domenica scorsa le parrocchie della
Cisgiordania hanno pregato per Gaza chiedendo che finisca "la
carneficina" e sono stati raccolti anche alcuni aiuti: "Nessuno
può portarli all'interno di Gaza, la situazione umanitaria è
disastrosa". È quanto riferisce alla
Radio Vaticana,
padre
Mario Cornioli, parroco di Beit Jala in Cisgiordania.Cornioli
riferisce quanto dettogli dal
parroco di Gaza,
padre Jorge Hernandez: "Non c'è un cessate-il-fuoco, ma non
stanno bombardando e allora sono usciti. Adesso lui si trova in
ospedale, perché ieri è stata bombardata la casa di una famiglia
cristiana: la mamma è carbonizzata e a un figlio gli sono state
amputate le gambe, sarà portato a Gerusalemme". "Noi - fa sapere
- stiamo coordinando l'uscita di questo ragazzo, perché a Gaza è
impossibile curarlo: lo
Shifa Hospital oltre ad essere
bombardato non ha più possibilità di poter accogliere, né curare
i numerosissimi feriti. Questo è veramente pazzesco".Per quanto riguarda la consegna degli aiuti dalla
Cisgiordania, padre Cornioli spiega: "Nessuno può aiutarli
perché i confini sono tutti chiusi, quindi non può entrare
nulla. Dentro ci sono un po' di aiuti, non tantissimi:
iniziano
a scarseggiare anche il cibo, l'acqua e i beni di prima
necessità. Nella parrocchia, per esempio, ci sono 900 persone e
il parroco non sa più come fare ad aiutarle e sostenerle. Mi
raccontava che la situazione sta diventando veramente
insostenibile. Siamo tutti in difficoltà". "In questi giorni -
prosegue la testimonianza del religioso -, stiamo andando
all'ospedale di Gerusalemme a visitare i bambini: ne sono
arrivati circa 8 dalla Striscia, sono riusciti ad uscire.
È
veramente scioccante vedere il terrore negli occhi di questi
bambini, c'è chi non parla, chi ha lo sguardo perso nel vuoto,
oltre alle varie ferite che hanno. È una situazione
insostenibile".