Duecento milioni di dollari per progetti di sviluppo nelle aree del pianeta che più di altre soffrono la fame. Bill Gates arriva a Roma, alla seconda giornata di lavori dell’organo di governo dell’Ifad – il fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo rurale – con un regalo importante. Il guru di Microsoft coglie l’occasione del suo passaggio nella capitale per confrontarsi col ministro della Cooperazione Andrea Riccardi. E ritagliarsi nel pomeriggio un’ora per un colloquio a Palazzo Chigi – riservatissimo – con il presidente del Consiglio Mario Monti. Ovvero l’uomo che otto anni fa, da commissario europeo per la Concorrenza, appioppò una mega-multa alla sua multinazionale per abuso di posizione dominante. Ma è acqua passata.Una buona fetta dei 150 milioni di euro di Gates serviranno per alcuni progetti già in corso d’opera, avviati dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, che da tempo investe in solidarietà parte dei proventi del gruppo informatico. Come la creazione di 34 nuove varietà di mais resistenti alle siccità, vaccini per 10 milioni di capi di bestiame, la formazione di oltre 10mila rappresentanti di aziende agricole. «L’obiettivo è far crescere un’agricoltura più sostenibile – dice l’inventore di Windows – e attraverso la produttività portare fuori dalla povertà centinaia di milioni di persone». Progetti che puntano molto sugli organismi geneticamente modificati.Una mossa che ha già sollevato proteste, soprattutto nell’Africa subsahariana, dove molte organizzazioni contadine non vedono di buon occhio il rischio di una nuova dipendenza «coloniale» dalle multinazionali: le sementi ogm com’è noto vanno riacquistate ogni anno perché, una volta piantate, non possono essere riutilizzate per la semina successiva, in quanto producono frutti sterili.Ma Bill tira dritto, convinto che la mappatura del genoma e la digitalizzazione delle tecniche agricole sono il supporto migliore alla diffusione delle migliori pratiche agricole attraverso Internet. Il guru di Microsoft rileva anche che «negli ultimi anni la comunità internazionale non ha fatto abbastanza in agricoltura quanto avrebbe potuto per combattere la fame».Il tema ritorna nel colloquio tra Gates e Riccardi. «Gates mi ha chiesto come l’Italia possa fare cooperazione» nonostante i problemi di bilancio, racconterà il ministro. «Gli ho spiegato le ragioni delle nostre scelte, le condivide ed è estremamente interessato. Abbiamo parlato della cooperazione dell’Italia, della nostra posizione nel Mediterraneo, e del ruolo che l’Italia può avere». Riccardi è conscio della difficoltà del momento, ma anche dei vizi della nostra politica: «In Italia c’è un’abitudine bipartisan ad attingere ai fondi per la cooperazione quando ci sono problemi di finanziamento», dice con un sorriso amaro, dichiarandosi «molto preoccupato» per il destino dei finanziamenti. Ma conferma l’impegno aggiuntivo di un 10 per cento in più nel triennio per il finanziamento all’Ifad, 5 milioni in più rispetto ad una base di 52 milioni.