I funerali di Mohammed Abu
Kdheir, il ragazzo arabo di 17 anni il cui rapimento e uccisione
la famiglia addebita ad una vendetta dei coloni, saranno
celebrati nel quartiere arabo di Shufat, a Gerusalemme
est, dopo la preghiera del venerdì. Il punto fermo sulla vicenda
dei funerali lo ha messo lo stesso padre del ragazzo, dopo che
per tutto il giorno si è svolta - in mezzo agli incidenti tra
manifestati e forze dell'ordine israeliane - la controversia
legata al rilascio del corpo tra la polizia israeliana e il
padre del ragazzo. Hussein Abu Khdeir ha sostenuto che
l'autopsia non è stata portata avanti correttamente anche
perché il medico palestinese che avrebbe dovuto coadiuvare
quelli israeliani è stato bloccato questa mattina ad un check
point di Hebron. La polizia ha invece dichiarato che il ritardo
era causato dalla richiesta, rifiutata, del padre di celebrare
le esequie a partire dalla Spianata delle Moschee, nella città
vecchia di Gerusalemme. Dichiarazione questa negata dal padre
stesso. L'attesa dovuta al ritardo delle celebrazioni dei
funerali del giovane ha fatto però crescere la tensione a Beit
Hanina e presso il campo di Shufat dove, già dalla tarda
mattinata, la polizia israeliana si è scontrata con un centinaio
di manifestanti nella strada principale che congiunge il
quartiere con il centro di Gerusalemme. Decine di persone,
perlopiù anziani, hanno atteso notizie seduti sotto il tendone
allestito tra la casa del giovane e la moschea locale, da dove
il Gran Mufti di Gerusalemme, nel pomeriggio, ha denunciato
"l'uccisione da parte dei coloni nel mese sacro del Ramadan".
Alcuni giovani hanno distribuito volantini di Al Fatah - fazione
palestinese bandita da Gerusalemme - che invitavano alla
"disobbedienza civile e a due giorni di sciopero". Un fatto
appare certo: sia che il corpo sia consegnato questa notte o
domani mattina, la tensione a Gerusalemme est rimane altissima.
Ed è probabile che lo sia ancora di più per le esequie di venerdì,
venerdì, giorno sacro di preghiera per i musulmani.