È un atto d’accusa durissimo quello lanciato da Amnesty International contro la guerra dei droni americana. Il rapporto dell’organizzazione per i diritti umani, «Sarò io il prossimo? Gli attacchi statunitensi coi droni in Pakistan», contiene prove quasi schiaccianti delle «uccisioni illegali» avvenute nel Pakistan nordoccidentale. E «possono costituire un crimine di guerra».«Grazie alla segretezza che avvolge il programma sui droni, l’Amministrazione Usa ha licenza di uccidere senza controllo giudiziario e in violazione degli standard basilari sui diritti umani», ha dichiarato Mustafa Qadri, ricercatore di Amnesty International sul Pakistan. Da quando gli americani e la Cia hanno cominciato la campagna di bombardamenti mirati, i civili uccisi sarebbero almeno 100. È la triste realtà della guerra globale al terrorismo: dal 2004 ad oggi, i droni hanno permesso di “eliminare” oltre 2.500 qaedisti, con un picco di attacchi a partire dal 2008. Dei 346 raid in Pakistan, il 71% si è concentrato nel Waziristan settentrionale e il 24% in quello meridionale. È una media, perché dal 2010 si assistito a un gigantesco spostamento dell’ubicazione delle azioni: l’89% ha mirato il Nord Waziristan e il 6% il Sud. Dal boom del 2010 (117 raid), si è però assistito a una contrazione degli attacchi mirati, scesi a 64 nel 2011, a 46 nel 2012 e a poco più di 20 nel 2013, anche per le continue proteste del governo di Islamabad.Ciò non ha impedito di colpire quest’anno alcuni «bersagli grossi», come Maulana Akhtar Zadron, ucciso da un missile Hellfire il 2 luglio scorso, mentre viaggiava con un capo qaedista nel Nord Waziristan, e soprattutto il mullah Sangeen Zadran (5 settembre), inserito dagli Usa nella lista nera dei terroristi per il sostegno ad al-Qaeda. Secondo ufficiali statunitensi, citati dal
Long War Journal, Sangeen era uno dei più pericolosi comandanti nemici nell’Afghanistan orientale e il suo gruppo è stato responsabile di numerosi assalti contro gli avamposti Usa e detiene ancora Bowe Bergdahl, l’unico soldato americano catturato vivo nel teatro afghano. Alcuni report non ancora confermati indicano nel 35enne Bilal Zadran il successore designato di Sangeen. Zadran è stato fra i maggiori portavoce del mullah Omar, prima di essere arrestato nel 2007. L’anno scorso è evaso dal carcere di Kandahar insieme ad altri 400 combattenti e comandanti taleban. Barack Obama aveva promesso maggiore trasparenza, in un importante discorso politico del maggio 2013, ma ancora oggi non ha dato seguito alle sue parole e il materiale relativo alle azioni dei droni resta «top secret». Quanto sta avvenendo in Yemen è paradigmatico. Dall’anno scorso, gli attacchi dei droni sono sensibilmente aumentati, con oltre 60 raid e 473 morti, fra cui un centinaio di civili.