"Da 14 giorni mancano acqua ed elettricità. È una catastrofe, anchese non è la prima volta che ad Aleppo manca l'acqua per tanti giorniconsecutivi", sottolinea il religioso che vive nel quartiere di al-Suleimaniyeh, una delle roccaforti del regime.
Padre Janji evidenzia quindi il lavoro svolto dall'associazione "Aiutiamo la Siria", di cui fa parte, per alleviare l'emergenza. "Ogni giorno - spiega - forniamo gratis a 20 famiglie 500 litri di acqua. Inoltre è partito un altro progetto che prevede l'acquisto di cisterne da installare nelle abitazioni così che tutti possano avere a disposizione l'acqua anche quando viene tagliata".A complicare la situazione, prosegue il religioso, sono le condizioni climatiche, con le temperature che in questi giorni ad Aleppo "hanno superato i 40 gradi". Anche bambini e anziani, malgrado le condizioni, sono impegnati inprima fila in questa lotta per l'acqua. "I piccoli di cinque-sei anniportano l'acqua alle loro famiglie prendendola dai pozzi pubblici. Maci sono code lunghissime per approvvigionarsi e non si possonoprelevare più di 10-15 litri per volta", afferma Padre Janji, secondoil quale il fabbisogno quotidiano di una famiglia è di circa 100 litridi acqua al giorno.
Il religioso rivolge quindi un appello ai ribelli affinché l'acqua torni a disposizione della cittadinanza di Aleppo. "È un appello a chi ha una coscienza cristiana, non per forza cristiana - conclude - l'acqua è un elemento banale della nostra vita e dovremmo sempre averne a disposizione. Come può un uomo, in nome della libertà, fare una cosa del genere?".