L'avanzata dei jihadisti. I miliziani islamisti hanno
conquistato decine di decine di villaggi lungo il confine tra
Turchia e Siria e adesso puntano a una strategica città di
frontiera, Ain al-Arab, chiamata dai curdi Kobane. Secondo
fonti sul terreno, i jihadisti sono ormai a una manciata di
chilometri dalla città, la cui conquista consentirà all'Isis
di consolidare il controllo su tutta la fascia settentrionale
della Siria.
Proprio per consentire l'ingresso dei curdi
fuggitivi, venerdì Ankara ha deciso di aprire un tratto della
frontiera, organizzando otto punti di transito lungo un arco di
30 chilometri. Da allora il flusso dei rifugiati in fuga dal
terrore jihadista non si è fermato, creando allarme tanto nel
governo di Ankara (che teme di non reggere al gravoso impegno
di accogliere un numero così imponente di persone) che
all'Onu, che domenica ha promesso di intensificare il
suo sforzo.
L'appello dei curdi di Turchia. Intanto i curdi in Turchia hanno levato un nuovo
appello alle armi per difendere il loro popolo. Il Pkk, il
Partito del Lavoratori del Kurdistan, che per decenni ha
lottato contro il governo centrale di Ankara per chiedere
maggiore autonomia per i curdi, ha rinnovato l'appello ai
giovani curdi che abitano nella zona sud-orientale della
Turchia, perché imbraccino le armi e vadano a difendere la
loro gente. Secondo quanto riferisce l'agenzia filo-curda
Firat, il gruppo ha chiesto una "mobilitazione" perché "il
giorno della gloria e dell'onore è arrivato".