“Vorremo vedere le prove visive che ci confermino
quello che le autorità dicono a voce, ovvero che le aree sulle quali Boko Haram
ha proclamato il Califfato sono tornate sotto il controllo del governo” dice
all’Agenzia Fides Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos e
Presidente della Conferenza Episcopale Nigeriana, dopo che il leader della
setta islamista Boko Haram, Abubakar Muhammad Shekau, ha dichiarato di aver
inglobato nel “califfato islamico” Gwoza, città nel nord-est della Nigeria, che
sarebbe caduta sotto il controllo della milizia islamista.
“Finora abbiamo avuto solo comunicati di smentita da parte del governo - dice
monsignor Kaigama- Vorremmo vedere i video che ci mostrino che l’esercito pattuglia
Gwoza, che gli esercizi commerciali sono aperti e che la popolazione svolge
liberamente le proprie attività. Insomma il governo ci deve convincere che Boko
Haram non è in controllo dell’area”.
Monsignor Kaigama lamenta inoltre “la sindrome da smentita che, finché non verrà
supportata da fatti concreti, fa sì che viviamo nell’incertezza”. “È ora di
finirla con le mezze verità: se i soldati sono costretti a fuggire di fronte a
Boko Haram perché non sono dotati dei necessari equipaggiamenti lo si dica
chiaramente e si trovino le soluzioni al problema” conclude l’arcivescovo.
Secondo fonti di stampa locale circa 500 soldati nigeriani, insieme a migliaia
di civili, sono fuggiti di fronte ad una nuova offensiva di Boko Haram dalla
città di Gamboru Ngala (nello Stato del Borno) a Fotokol, una città in
territorio del Camerun alla frontiera con la Nigeria. (L.M.) (Agenzia Fides
26/8/2014)