I jihadisti del Daesh in ritirata dalla città siriana di Manbij hanno rilasciato i circa 2.000 civili che usavano come scudi umani, secondo quanto dichiarato dai ribelli delle Forze democratiche siriane (Sdf) appoggiati dagli Usa, che hanno riconquistato la città. Lo scrivono vari media internazionali questa mattina. I miliziani dello Stato islamico avevano iniziato a lasciare Manbij diverse ore, dopo essere rimasti asserragliati nella parte nord, usando gli «scudi umani» per coprirsi la ritirata.
La folla si è rivesata incredula e festante per le strarde, dopo due anni di ferro e fuoco in nome della sharia. Roghi di veli neri e ragazzi che si radono la barba in pubblico fra risa e urla di gioia mentre, per strada, si fumano sigarette. «Per una questione da nulla o usando la scusa che non credevi in Dio, loro ti tagliavano la testa. Tutto questo era ingiustizia», afferma un civile alla Bbc. Aleppo allo stremo sotto le bombeI primi 40 camion che trasportavano cibo e rifornimenti sono potuti entrare nella parte occidentale della città di Aleppo, sotto il controllo delle forze governative. I combattimenti però non sono cessati, nonostante la tregua quotidiana di tre ore annunciata due giorni fa dalla Russia. Gli scontri e i bombardamenti sono solo diminuiti di intensità durante la mattinata, mentre l'Onu ha ribadito che l'iniziativa russa della tregua che dovrebbe permettere di far arrivare gli aiuti umanitari nella città siriana non è sufficiente. E almeno 18 persone, tra le quali alcuni bambini, sono morti a seguito di un bombardamento contro postazioni dell'opposizione che ha colpito un mercato e un ospedale nella zona di Aleppo. Lo rendono noto fonti dei soccorritori e degli attivisti anti-Assad. Torna anche ad aleggiare lo spettro delle armi chimiche, con le Nazioni Unite - come scrive Asianews - hanno aperto un’inchiesta in merito ad un attacco con gas tossico contro un quartiere controllato dal fronte anti-Assad, nella zona orientale di Aleppo. I ribelli puntano il dito contro l’esercito governativo, ritenendolo responsabile dell’attacco al gas cloro nel quale sono morte quattro persone e decine sono rimase ferite. L’inviato speciale Onu per la Siria Staffan del Mistura sottolinea che, se confermato, l’uso del cloro come arma costituisce un “crimine di guerra”. Tuttavia, al momento restano forti dubbi su chi siano i reali autori dell’attacco. Immagini diffuse dalla Bbc mostrano diverse persone, fra cui bambini (nella foto), ricoverati in ospedale con problemi respiratori. Il personale medico in queste ore ha distribuito a più riprese maschere di ossigeno a uomini, donne e bambini. Secondo quanto riferisce il Syrian Civil Defence, gruppo di volontari impegnati nelle emergenze nelle aree controllate dai ribelli, il gas utilizzato è il cloro. Esso era contenuto all’interno di barili bomba caduti nella zona. De Mistura sottolinea che sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta, aggiungendo che “molte prove mostrano che il fatto è realmente avvenuto”. Egli ha inoltre aggiunto che, se confermato, esso costituisce “un crimine di guerra” che va affrontato “immediatamente”. Tuttavia, non vi sono finora elementi certi atti a identificare i responsabili. Le accuse reciproche sull'uso di gas sono frequenti. La Turchia, intanto, membro della Nato e da anni nemica di Mosca nella guerra in Siria, ha proposto alla Russia di collaborare nei bombardamenti contro il Daesh. Una conferma del tentativo di riavvicinamento avviato con l'incontro a San Pietroburgo due giorni fa tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin. Ma successivamente il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, ha rettificato il tiro chiarendo che la proposta è per un "coordinamento" sugli obiettivi da colpire, e non operazioni congiunte in cui "i jet turchi e russi volino insieme".
Bombardamento smentito
È stato invece, smentito il bombardamento della clinica delle suore di San Giuseppe dell'Apparizione, nel quartiere occidentale Jamileh di Aleppo.