martedì 7 novembre 2023
La pandemia e l'avvento del lavoro da casa, insieme all'aumento dei tassi di interesse, hanno messo in ginocchio il colosso costretto al default negli Usa e in Canada
Fallimento negli Usa e in Canada per il colosso del coworking

Fallimento negli Usa e in Canada per il colosso del coworking - Ansa

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Il gigante degli uffici condivisi WeWork, da anni in gravi difficoltà finanziarie iniziate con la pandemia che di fatto ha annientato la domanda di spazi di lavoro in condivisione, ha annunciato di aver dichiarato fallimento nel tentativo di negoziare la riduzione del proprio debito.La società ha sottolineato che la misura avrà un impatto sulle operazioni negli Stati Uniti e in Canada, ma "si prevede che quelle globali continueranno come al solito".

"Ora è il momento per noi di portare avanti il futuro affrontando in modo aggressivo i nostri contratti di locazione preesistenti e migliorando notevolmente il nostro bilancio", ha affermato in una nota l'amministratore delegato David Tolley. "Abbiamo definito una nuova categoria di lavoro e questi passi ci consentiranno di rimanere leader globali nel lavoro flessibile." All'inizio di agosto WeWork aveva avvertito l'autorità di regolamentazione del mercato azionario statunitense Sec che temeva per la sua sopravvivenza: "Esistono dubbi sostanziali sulla capacità dell'azienda di continuare ad operare". La causa secondo l'azienda: perdite finanziarie, fabbisogno di liquidità e calo del numero degli inquilini. Aveva spiegato di aver perso miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2023, a causa di un calo della domanda legato alle cattive condizioni economiche.

Quattro anni fa WeWork era il coworking con il maggior numero di uffici di tutta Manatthan. Un sogno americano in piena regola che è crollato sotto i colpi del cambiamento epocale portato dal Covid19 vale a dire l'introduzione in maniera massiccia dello smartworking. La bancarotta arriva dopo anni di difficoltà finanziarie evidenti, iniziate in realtà nel 2019. Nel giro di pochi mesi, infatti, la società è passata dalla pianificazione di una quotazione in borsa, effettuata poi nel 2021, al licenziamento di migliaia di persone e al salvataggio di svariati miliardi di dollari. La settimana scorsa indiscrezioni del Wall Street Journal avevano anticipato la richiesta da parte del gruppo di protezione dai creditori in base al Chapter 11 e il titolo aveva perso il 50%.

Arrivata ad una valutazione di 47 miliardi di dollari prima del fallimentare tentativo di quotazione a Wall Street, dove è appunto approdata due annii dopo con un valore assai più ridimensionato (8 miliardi), WeWork è stata messa in crisi, assieme al suo modello di business e alla richiesta di uffici, dalla pandemia. A pesare sull’andamento economico anche gli alti tassi di interesse che hanno reso insostenibile il costo del debito.

Fondata nel 2010 a New York con l’idea di creare ambienti in cui aziende e dipendenti di diverse realtà potessero lavorare o fare riunioni, la società è diventata un fornitore globale di spazi flessibili e all'avanguardia dal punto di vista tecnologico. Al 30 giugno 2023 il suo portafoglio immobiliare era composto da 777 sedi in 39 Paesi del mondo con oltre 900mila postazioni.

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