Lunedì debutta la nuova politica sulle valigie di Ryanair, che ha praticamente abolito il bagaglio in cabina gratuito. Dal 15 gennaio i passeggeri della low cost irlandese potranno portare a bordo solo uno zainetto o una borsetta e dovranno rassegnarsi a consegnare l’altro bagaglio a mano, quello più grande, agli addetti del gate, che lo spediranno in stiva e glielo faranno ritrovare sul rullo dei bagagli all’arrivo.
A meno che il passeggero non voglia essere un po’ meno low cost: chi è disposto a spendere 6 euro per comprare l’imbarco prioritario avrà diritto di portare a bordo il solito trolley, tra gli sguardi invidiosi di qualche passeggero che è rimasto stizzosamente economico, quello che da anni vola con la compagnia guidata da Ryan O’Leary ma non la sopporta.
È lo stesso passeggero che detesta Ryanair per i sovvrapprezzi che fa spuntare sul sito mentre si compra un biglietto. Come il più odioso, quello sulla scelta del posto: da qualche mese la compagnia ha preso il vizio di dividere coppie e intere famiglie spargendoli a caso in cabina. Una piccola diaspora a cui si può naturalmente rimediare. Basta pagare: con 4 euro a testa si possono scegliere posti vicini.
Servirà a poco il contentino con cui la low cost ha accompagnato la novità sui bagagli, cioè il taglio del costo delle valigie da imbarcare – ridotto da 35 a 25 euro – con relativo aumento, da 15 a 20, dei chili che si possono mandare in stiva. Quelli che vedono in Ryanair una specie di gabelliere pronto a sottoporre a tante piccole angherie il viaggiatore che vuole pagare il minimo si sentiranno vittime di un altro sopruso.
La civilizzazione dei voli low cost
Chi c’era se lo ricorda: i passeggeri si affollavano ai gate con le loro carte di imbarco stampate in A4 anche qualche ora prima del decollo. Mettersi presto in fila era indispensabile, se si voleva avere qualche speranza di sedersi a fianco dei compagni di viaggio, evitare di finire in un posto centrale tra due sconosciuti e non essere costretti ad abbandonare la valigia a un decametro di distanza dal proprio posto. Certo, per riuscirci si dovevano ostacolare senza paura i professionisti dei sorpassi alle code e si doveva essere abilissimi nel percorso tra il gate e l’aereo una volta che iniziava l’imbarco. Era lì che iniziava un liberi tutti in cui ogni diritto di precedenza poteva tornare in dicussione.
Il posto assegnato ha reso meno barbarici gli imbarchi Ryanair, la possibilità di portare in cabina un piccolo bagaglio oltre alla valigia, introdotta nel 2014, li ha fatti un po’ più civili. Per molte donne questa novità ha significato l’addio alla scocciatura di infilare la borsetta nel trolley prima dei controlli e ritirarla fuori immediatamente dopo. Non è stato poco. Ma nemmeno abbastanza.
Le file di passeggeri ai gate si ripresentano comunque. E hanno anche un senso. Geometrico e inesorabile. I Boeing 737-800 di Ryanair possono ospitare 182 passeggeri ma nelle cappelliere non ci staranno mai 182 bagagli piccoli e 182 bagagli grandi. L’imbarco del trolley lo si guadagna con la pazienza. Le hostess fanno la conta dei viaggiatori in coda: alle valigie di quelli che vengono dopo le prime decine attaccano un adesivo giallo, stigma dei bagagli che non andranno in cabina. Il confronto tra il passeggero ribelle o implorante che non vuole lasciare il suo bagaglio e la hostess è diventata una scena tipica degli imbarchi Ryanair. Un diversivo nella noia della coda, ma comunque uno spettacolo sgradevole. Che tra l’altro – ricorda la compagnia – allunga i tempi delle procedure di imbarco e, qualche volta, anche del volo.
Antipatici ma ricchi
Con l’imbarco a pagamento del bagaglio a mano la questione è chiusa. Ed è la fine definitiva del senso di quelle code al gate. Il posto è assegnato, la valigia va in stiva, non ci sono più scuse: mettersi in fila un’ora prima davanti ai cancelli non dà nessun vantaggio. Magari ci metteranno qualche mese, ma anche i più ostinati dei passeggeri da coda al gate se ne renderanno conto. A quel punto alcuni di loro troveranno Ryanair ancora più antipatica.
O’Leary se ne farà una ragione: con 117 milioni di passeggeri nel 2016 la sua compagnia ha sorpassato Lufthansa ed è diventato il primo vettore d’Europa. Ci è riuscita nonostante l'incredibile caos creato in autunno con la cattiva gestione dei riposi dei piloti. Anche quelli che non la sopportano, e magari preferivano quelle interminabili e noiosissime attese all’idea di spendere 6 euro per portare a bordo un bagaglio, si accorgeranno che, gli piaccia o meno, alla fine non possono che viaggiare con Ryanair.
* Articolo aggiornato il 13 gennaio 2018