Un bambino tra le macerie di un edificio bombardato a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza - Reuters
Almeno 66 persone, la maggior parte donne e minori, sono rimaste uccise e più di 100 ferite in un attacco aereo israeliano avvenuto all'alba nel nord di Gaza. Lo riferiscono al-Jazeera e l'agenzia di stampa palestinese Wafa. L'attacco ha distrutto un intero isolato residenziale, vicino all'ospedale Kamal Adwan a Beit Lahia. Molte persone sono ancora disperse, secondo la Protezione civile di Gaza.
Al momento dell'attacco, riferisce il direttore dell'ospedale Hussam Abu Safia, la maggior parte delle vittime stava dormendo. «È arrivato un numero molto elevato di morti e ci sono ancora molti corpi da recuperare. Si tratta soprattutto di bambini e donne», ha detto ad al-Jazeera. «La situazione è onestamente molto grave. Non riusciamo a far fronte all'enorme numero di feriti e vittime che sono arrivati».
Il medico ha affermato che il raid ha colpito un intero isolato residenziale vicino a Kamal Adwan, distruggendo almeno 5 abitazioni, e che il personale dell'ospedale era sul posto per recuperare i corpi e salvare le persone rimaste intrappolate sotto i detriti. «Stiamo già operando a corto di risorse, la maggior parte del nostro personale è ora impegnata a soccorrere i feriti sul posto a causa della mancanza di ambulanze», ha aggiunto.
Un altro bombardamento su Gaza City, sempre a Nord, avrebbe ridotto in macerie un edificio di più piani nel quartiere di Sheikh Radwan. Stando all'emittente al-Jazeera, i morti accertati sarebbero 22.
Sale a 68 morti e 50 feriti il bilancio del raid in Siria
Intanto è salito a 71 morti e 50 feriti il bilancio del bombardamento di ieri su Palmira, in Siria, attribuito a Israele. A fornire la cifra è l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede a Londra ed espressione dell'opposizione interna al regime, mentre Damasco ne conferma 36. Secondo l'Ong, tra i morti ci sarebbero 42 miliziani filoiraniani di nazionalità siriana e 26 stranieri, la maggior parte dei quali appartenenti alla milizia Harakat Hezbollah al Nujaba, oltre a quattro membri dell'Hezbollah libanese e altre persone non identificate. Tra i feriti si contano almeno sette civili.
Israeliano di 71 anni in Libano con l'esercito ucciso da Hezbollah
Un civile israeliano è stato ucciso da Hezbollah nel sud del Libano, dov'era entrato unendosi all'esercito senza esserne autorizzato. Ze'ev Erlich, 71 anni, residente nell'insediamento di Ofra in Cisgiordania, storico e ricercatore, era scortato da un alto ufficiale della brigata Golani, in violazione degli ordini. Con lui è stato ucciso un sergente di 20 anni. Il ricercatore era in uniforme e armato. Secondo la famiglia, era «entrato in Libano per ricerche archeologiche, con l'approvazione e l'accompagnamento dell'esercito». L'esercito l'ha registrato tra i caduti. Salgono così a più di 800 i militari israeliani morti in guerra nell'ultimo anno, tra Gaza e il Libano (oltre alle centinaia di soldati uccisi il 7 ottobre). Per lo Stato ebraico mai così tanti dopo la guerra del Kippur del 1973.
Nel Nord di Israele, a Nahariya, un trentenne è stato ucciso da razzi lanciati dal Libano. Su un totale di 25, molti sono stati intercettati.
Il veto Usa all'Onu su una risoluzione per la tregua a Gaza
Gli Stati Uniti hanno bloccato ieri con il veto una bozza di risoluzione per la tregua a Gaza preparata da dieci Stati non membri del Consiglio di sicurezza. La proposta chiedeva «un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente» e «il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi» nonché «un ingresso sicuro e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala» anche nel Nord, denunciando qualsiasi tentativo di affamare i palestinesi.
L'inviato Usa vede Netanyahu. «Vicino l'accordo sul fronte libanese»
Oggi il premier israeliano Benjamin Netanyahu incontra l'inviato americano Amos Hochstein, che sta lavorando al cessate il fuoco con Hezbollah. «O Netanyahu accetta l'accordo o lo rifiuta e allora ci troveremo davanti a scenari peggiori» ha dichiarato il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, sottolineando che il Libano non intende accettare modifiche alla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri. «L'atmosfera oggi è più positiva di ieri» ha aggiunto. «Abbiamo lavorato sul quadro dell'accordo per due settimane e negli ultimi due giorni abbiamo discusso accuratamente ogni dettaglio dell'intesa, preso in considerazione ogni aspetto».
Tre arresti in Cisgiordania. «Volevano uccidere Ben-Gvir»
Tre palestinesi di Hebron, in Cisgiordania, sono stati arrestati per aver formato una cellula con l'obiettivo di assassinare il ministro israeliano di estrema destra Itamar Ben-Gvir e il figlio. Lo rendono noto la polizia e lo Shin Bet (sicurezza interna). Secondo l'accusa, il principale sospettato, Ismail Ibrahim Awadi, aveva stabilito contatti con Hezbollah e Hamas per assicurarsi armi e assistenza. La cellula ha sorvegliato Ben-Gvir e i suoi figli che vivono nell'insediamento di Kiryat Arba. Una delle opzioni era quella di assassinarlo sulla scena di un attacco terroristico.